domenica 25 dicembre 2011

Natale!

Anche se è il secondo Natale che passo a Buenos Aires, l'anno scorso i festeggiamenti non li avevo vissuti, avendo passato la notte della vigilia in casa con cena e rito ebraico... non mi ero quindi accorta di cosa succedesse fuori.
Quest'anno invece, dopo una cena pomeridiana in famiglia Grisetti-Zabeo, siamo uscite.
Trovare una Baires deserta e silenziosa è stata un'esperienza surreale. Tutto il quotidiano rumore di fondo di questa splendida città era cessato. Nessuno che camminava, nessuna macchina per le strade, se non qualche solitario autobus vuoto. 
In questo giorno la giornaliera migrazione città-provincia non c'è stata, tutti se ne son stati in casa con la propria gente. Ognuno al suo posto.
Verso le 22.00 usciamo e raggiungiamo degli amici italiani che cenavano in uno dei pochi ristoranti aperti in San Telmo fino ad attendere la mezzanotte per gli auguri.
Allo scoccare delle 0:00 la città si è improvvisamente svegliata. Immaginatevi un capodanno, botti stile napoletano ovunque, fuochi d'artificio e gente per le strade, e ancora botti, rumori, sibili e luci, e ancora rumore festoso, fumo di petardi e scintille di luci colorate. Non oso immaginare come sarà la fine dell'anno!
Camminiamo con attenzione in una città in "guerra" alla ricerca di qualcosa di aperto... arriviamo in un locale vecchio e fuori moda, ma con all'interno e nell'aria un clima famigliare e così tanto natalizio che ha riscaldato il cuore. Una tavolata ormai usata e scomposta di uomini di mezza età, due tavoli da biliardo e nulla più. 
Il proprietario ad un certo punto ci porta un piatto di "panettone" appena tagliato. Un modo gentile e dolcissimo di condividere con noi questa notte di festa.
Che dire, tutto bene, no?

sabato 24 dicembre 2011

Vigilia?

Se ci fosse una spiaggia vicina, ci andrei di corsa, partendo ora, adesso, correndo forte, rapido, trattenendo il fiato e con gli occhi chiusi, correrei con solo un asciugamano in mano ed andrei lì ad immergermi nel sole, a farmi scaldare le ossa, i muscoli, i tessuti... a farmi scaldare. Così da marcare ancora di più che qua è estate e che questi giorni son giorni diversi da quelli che tutto il mondo conosce... Però non è così!
Ma anche se fondamentalmente è un Natale diverso, nonostante tutto è Natale e si sente nella bocca dello stomaco che stanno mancando cose e persone in questi giorni di festa.
Ringrazio Maurizio che mi aiuta a mettere in poesia parole e pensieri mie, mentre io di nuovo faccio croci perché certe cose è meglio non vederle:

Ad ogni mia risposta
sei una nuova domanda
Ad ogni mia memoria
nuova dimenticanza

Mai sono stata
sono solo adesso
Ad ogni smarrimento
ritrovo la tua mano

Non mi appartiene colpa
errare è la mia scelta
Non mettere distanza
è debolezza e forza

Natale senza messa
è non averti a fianco
Nessuna lontananza
mi fa così vicina

Sono in qualsiasi forma
mi riuscirai a trovare
Ed in nessun aspetto
di quelli a te già noti

Non sento di rischiare
nell’affidarmi intera
Scompare ogni paura
e leggero è il respiro.

Qua in casa Grisetti-Zabeo ci prepariamo a una comida china fatta ieri con le mani sapienti di Joanna, insomma un pranzo riciclato che da il giusto senso a tutto questo, come se fosse un'insalata di riso portata in spiaggia!
Insomma, Buon Natale!

lunedì 19 dicembre 2011

Pseudo giornalismo

Gli amici del blog L'argentina, causa splendidi impegni vacanzieri, mi hanno chiesto un favore per la rubrica settimanale del blog Bignami Argento che era rimasta sguarnita di "giornalisti" nei giorni passati...
Io c'ho provato e questa volta ho scritto di qua!

venerdì 9 dicembre 2011

Cose di casa...

...e il Natale che non c'è.
Questi giorni son di feriado, l'immacolata concezione fa fare ponte anche qua.
Allora mi dedico un po' alle vecchie passioni, alla ricerca di un po' di Casa con la C maiuscola e quindi si cucina, come fossero veri giorni di festa. 






Solo che è estate. Estatissima, e io non mi sono ancora abituata a questa inversione.
Il Natale non c'è. Qua non lo sento per nulla, come l'anno scorso. Un Natale a 30 gradi non è Natale, nulla da fare. Loro ci provano, mettono festoni, addobbano alberi e vetrine, ma nulla da fare. Natale "esiste" solo dall'altra parte dell'equatore, quando Natale va a braccetto con sciarpe e vento freddo, giornate corte e voglia di cioccolata con panna e frutta secca.
Nonostante tutto però vorrei convincermi a sfidare il clima e a provare a rifare il panettone fatto in casa con la Pasta Madre, utilizzando la scusa delle feste per giustificare una cosa tan laboriosa ma divertente. Vorrei provare a crederci un po' anche se pensare di mangiare panettone con questo caldo non è il massimo e che un'anguria avrebbe decisamente più senso...

lunedì 28 novembre 2011

Pane argentino!

Finalmente è nato... finalmente è arrivato anche lui!!
Questa sera picada in casa con amici, formaggi e cose varie con pan casero...
Il risultato pare carino, considerando il fatto di avere un forno senza vetro (mannaggia) e quindi un praticamente impossibile controllo visuale sulla cottura...
Adesso aspettiamo che si raffreddi e assaggeremo l'esperimento!
Certo che affrontare la cottura di un pane con le temperature di questi giorni è proprio da locos...



Risultato OTTIMO!!



Ci sono stati pani migliori, ma come prima esperienza e con il materiale a disposizione sono decisamente soddisfatta...
Questa invece la cheesecake!!

domenica 27 novembre 2011

Inconvenienti

La settimana scorsa, in Reconquista proprio sotto casa, tra le 14.30 e le 15, bevendo un caffè con Alida, qualcuno, senza che ce ne rendessimo conto, seduto dietro di noi, si è impossessato della mia borsa...
Altro cellulare ed ennesimo numero andato... chiavi di casa e dello studio, e ovviamente il portafogli con praticamente niente dentro, solo 40 pesos.
Ma il tutto un bajon!
Quindi pazienza, son cose che succedono, appresa la lezione, mi dico e mi ripeto che l'unica cosa che ci vuole è un po' di attenzione in più...
Poi però succedono cose che, per dover di cronaca si devono raccontare ma che mamma e papà non vorrebbero sapere, quindi prima rassicuriamo e poi raccontiamo...
Queste cose che accadono ti fanno pensare e dire che non sempre è solo colpa della scarsa attenzione.
Insomma, ieri sera viene Alida a prendermi al lavoro. Lei aveva terminato da poco nel suo, la distanza che ci divide sono circa 15 minuti a piedi, lei lavora nella mia stessa via, solo una quindicina di cuadras più avanti. Anche se la via è la stessa si deve fare una deviazione perché in mezzo passa la ferrovia e non si può attraversare... però in totale 15 minuti!!
Dicevo, viene a prendermi, usciamo dal Budabar che erano più o meno le 2.20 e ci dirigiamo a casa di amici accettando un invito recente... quindi ci incamminiamo di nuovo in direzione del lavoro di Alida visto che questi amici abitano da quelle parti...
Stavamo attraversando una delle poche strade che collegano queste due parti di Palermo tagliate dalla ferrovia, camminando tranquille sul marciapiede, immerse in una delle nostre conversazioni, quando d'improvviso, dal lato sinistro sbucano da dietro il muro della ferrovia tre ragazzi (o ragazzini), che si buttano su di noi puntando ovviamente alla mia borsa e allo zaino di Alida... solo che hanno fatto male i conti e non hanno preveduto la reazione e l'incazzamento (isterico) di due donne... 
Alla fine, la borsa e lo zaino non sono riusciti a prenderli, la colluttazione è stata concitata ma rapida, e con una colonna sonora di mie grida acutissime che credo li abbia messi abbastanza in confusione... in un momento mentre sbilanciata finivo a terra, quanto il tipo ha cercato di avvicinarsi nel tentativo di afferrare la borsa, di reazione si è preso un calcio, ma un calcio che da lì a tempo zero si è dileguato, mentre Alida dimenandosi faceva scappare l'altro...
Rimessa in piedi, attraverso la strada per allontanarmi dal luogo da dove sono sbucati i tre, e vedo Alida che si avvicina alla fessura e comincia a imprecare loro dietro in un italiano aulico che non vi dico...
La tensione di quei momenti una volta accertateci che stavamo bene si è dileguata in pochi minuti sfociando in una fragorosa risata...
Ecco, anche questa è fatta, arricchito un altro po' il CV della vita con la voce "sventato tentativo di scippo e aggressione"...
Questa cosa adesso mi da una motivazione in più per seguire assiduamente i miei corsi di Krav Maga! :)
...le riflessioni "profonde" sull'accaduto sorgono però dalla reazione della gente... arrivate alla casa degli amici raccontiamo l'accaduto e, sorrisi, due domande e niente più... come se fosse normale, e in questo preciso momento mi rendo conto che effettivamente per loro che vivono qua da una vita una cosa del genere può essere normale, ci sono abituati, è così... a me che invece non era mai successo niente di simile in 31 anni di vita la cosa ha sorpreso un po'. Ma loro niente, come niente è stato per il taxista che passando ha visto la scena, o niente è stato per altre due persone un poco più avanti...
Mi sono chiesta se arriverà anche per me il momento in cui "diventerà normale" assistere o ascoltare di situazioni analoghe. Spero di no!

venerdì 18 novembre 2011

UN ANNO...

Oggi, un anno fa mettevo piede in Argentina per la prima volta.
Oggi, un anno fa cominciava quello che doveva essere un solo mese di vacanza...
Oggi, un anno fa cominciava un'avventura che non avrei mai pensato mi avrebbe portato dove sto e come sono ora.
Sono felice.
Buon primo compleanno a me...
...o come giustamente dice una mia amica, buon Primo Anniversario per questa storia d'amore nata tra me e Baires.

domenica 6 novembre 2011

Altri lavori

La voglia di vecchie abitudini ha cominciato a manifestarsi, come accennato, come è giusto che sia, con la cucina.
La mia prima cheesecake australe è stata una delle migliori che abbia mai fatto. Ben cremosa e morbida.
La salsa di lamponi, non avendone trovati, è stata sostituita da una cosa semi inventata... una vellutata coulis di mango che la sua riuscita ha un po' sorpreso anche me.
Questa torta era un regalo al mio studio e la cosa simpatica è che è talmente piaciuta che una mia collega mi ha chiesto di farle una cheesecake per la festa all'asilo di suo figlio. La cosa mi ha resa felice.
Potrebbe diventare un altro lavoretto, questo, delle torte...
E' abbastanza usuale trovare gente che si inventi lavori. Come questo di fare dolci da vendere nelle varie ferias (fiere/mercatini), o a bar e ristoranti per dessert...
Si "vendono" per arrotondare i propri hobby. Quello che si sa fare, quello che si può fare. Dall'arte artigianale, alla musica, a parcheggiatore, a que se yo!
Io appunto potrei crearmi un piccolo giro e vendere dolci o pane casero... Sia Alida che i colleghi in studio un po' per scherzo un po' perché en la vida nunca se sabe mi hanno consigliato di puntare anche su questo versante. Hahaha. Chissà!!?
Ma i lavori inventati che si possono vedere e incontrare sono molteplici. Sono per me manifestazione della buona volontà. In un paese dove se per vivere devi fare qualsiasi cosa, la gente si mette in gioco, si inventa, e qualcosa da fare lo trova. Per certi aspetti lo penso e lo vedo come il paese della dignità, dove i lavori più umili vengono affrontati a testa alta. Senza vittimismo. La gente si adatta e vive.
Questa città premia lo spirito di iniziativa.
...
Ah, venerdì ho ricevuto il mio primo recibo de sueldo (busta paga).
Felice!

sabato 29 ottobre 2011

Auguri Diana!!

Oggi Diana compie 20 anni. Ah, my sister!!
Sto già immaginando un suo compleanno da queste parti... così da passarlo assieme! Oggi giorno con tutti i mezzi telematici che ci sono le distanze si annullano, però un bacio con un forte abbraccio dal vero, oggi, glielo darei davvero.
Io mi sono svegliata alle 15... il tempo di mangiare repollo e pomodori, due chiacchiere con Alida per organizzare la notte e già si avvicina l'ora per ritornare al Budabar. Se devo essere sincera comincio ad essere stanca... specialmente con i sabati di sole che stanno nascendo la voglia di rimettermi a lavorare scarseggia.
Sono giorni di fermento culinario in me e oggi lo avrei passato molto più volentieri tra fornelli e musica... la prima fase da affrontare per dar corpo a questo desiderio che sanamente mi sta ritornando (e chi mi conosce sa quanto io ami cucinare) sarà il recuperare gli ingredienti, cioè capire in questo paese quali sono quelli che più si avvicinano e quelli che usavo nel vecchio continente... speravo di riuscire a passare oggi al Coto vicino ad Abasto, però niente da fare, il tempo libero a mia disposizione si sta già terminando rapido nel tempo di queste quattro parole in croce. Nel frattempo cercherò di indagare quali biscotti si avvicinano ai cari e vecchi Digestive.

venerdì 28 ottobre 2011

Fastidi

Certa gente mi da fastidio, come chi parla, stra parla, piange e rievoca, magari aiutato a lasciare le briglie con un bicchiere in più. 
E questa gente ti dice cose dal peso grande, dal peso importante... gente che le parole le conosce, le sa usare bene, quasi come le parole fossero il suo lavoro... ma poi rimane sempre e soltanto il rumore di parole vuote.
Certe persone non smettono mai di deludere.
E ancora una volta mi guardo e sorrido, perché ci sono cose che non si trovano scritte e spiegate nei libri di filosofia.


mercoledì 26 ottobre 2011

Pensieri, pensieri, pensieri...

...parole, parole, parole...
Si avvicina l'anno, non manca molto ma già lo sento.
Già aria di bilanci.
Il periodo di distruzione (intesa come scomposizione) e di svisceramento di me e della mia persona si sta terminando.
Vuelve la voglia di ripartire e ricostruire i "vecchi" valori e le vecchie abitudini lasciate assopite a lenirsi .
Dopo la dissacrazione della coppia ritorna la voglia e la predisposizione di sentirmi ed immaginarmi in due.
Ho conosciuto molto di Baires. Ho conosciuto e riconosciuto tanto di me.
Mi mancano però serate ad ascolare Guccini con gente che ne comprenda e viva e senta le sue parole. Per fortuna c'è Alida che con amorevole pazienza mi asseconda e partecipa.
...
Oggi dovevo controllare alcune cose dei documenti all'ANSES, solo perché non appariva il mio nome... mi do appuntamento per fare queste cose con un mio collega, Matias, anche lui lì per delle cose che pure lui doveva fare.
Nelle fasi-documenti sono arrivata all' "Alta Temprana", la dichiarazione all'AFIP da parte dei miei datori di lavoro. Domani andrò a migraciones e partirà la pratica per l'emissione del DNI.
Mentre aspettavo Matias, ovviamente da europea nel sangue, ero in stra anticipo vado a bermi un caffè.
Certi bar di Baires, e oggi mi è successo in zona Tribunales, sanno di Italia, sanno di quelle mattine particolari quando da piccola la mamma ti porta a fare i prelievi o le vaccinazioni, sanno di giustificazioni a scuola per poter entrare alcune ore più tardi mentre nella tua mente e nella tua bocca ritrovi ancora il sapore della brioche e succo di pera, mentre la passi con mamma quella parentesi di mattina.
Che non è da tutti i giorni passarla così. No.
Mentre oggi, in un giorno di primavera che non vuole arrivare, aspetto le 8.00 con un caffè. Anche oggi c'è aria di festa.
...
Si è pure inaugurata la casa, dopo ben 6 mesi la prima festa "ufficiale" e poi seguono le feste "Tane"... Qua io in una festa tana....



mercoledì 19 ottobre 2011

Che titolo?

I titoli mi sono sempre usciti spontanei e quasi immediati... ora invece me ne occorrono talmente tanti che non saprei quale scegliere. La mia reticenza allo scrivere di questo ultimo periodo non ha un motivo specifico, solo rimandavo... ma oggi è un giorno importante e quindi mi sono imposta di fermarlo in un post. A dire il vero un altro giorno importante uguale lo avevo già passato... esattamente quando una sera della settimana scorsa, faccio mente locale e mi rendo conto che ho tutti i documenti che mi servono pronti. Ci sono tutti. Gli originali, le traduzioni, i certificati... tutto. E' notte, sono tranquilla in casa, computer dinanzi a me sulle gambe e: www.sito di ecc ecc e via, e così richiedo il turno per andare a Migraciones. Adesso si fa sul serio... L'orario che mi danno è ben presto, 08.00 della mattina. Devo andarci pure con Gloria, la mia tiolare, la capa, la jefa!! 
La mattina del supposto appuntamento, allo sportello, ore 08.05, noi all'appuntamento c'eravamo, giuste, in orario, solo che un viso sorridente (ma veramente, non è ironico) mi dice: "ma Giulia, il 14 è domani..."...nooooo, musica greve di sottofondo. 
Vabbè, pazienza, si ritorna a casa. Fortuna che Migraciones è a poche cuadra da dove viviamo.
Finalmente arriva il 14.
Altro giro altra corsa... 
insomma, ci chiamano allo sportello 3, si comincia... il duello burocratico si svolge in maniera esemplare, ad ogni richiesta di un documento io ce lo avevo!! Bello!
Anzi, a Gloria mancava un dato ;) ma il tutto è filato dritto e regolare.
Ce ne usciamo con a seguito un qualche foglio in più con timbri e firme e una bellissima "residencia transitoria", con la quale dovevo andare, e oggi appunto ci sono andata, all'ANSES a ritirare il mio bellissimo CUIL, una specie di codice fiscale per chi ha un lavoro dipendente!
Già, perché a quasi nessuno lo avevo raccontato... ma siamo passati dalla prospettiva monotributo (la più usuale, la più usata,come le nostre partite IVA, dove hai studi di architettura, e non solo, pieni di "non-dipendenti-ma-è-come-se-lo-fossero") all'offerta di un contratto. La prima architetta contrattata dalla nascita dello studio.
Questa cosa mi ha permesso di accelerare un poco i tempi e di ritrovarmi in una situazione un poco più stabile (con Obra Social, recibo de sueldo, ecc. ecc.)
...
Adesso un altro passo mas da fare con la AFIP (Administración Federal de Ingresos Públicos) e poi inizierà l'attesa di 30/45 giorni per l'arrivo del DNI - Documento Nacional de Identidad. Non vedo l'ora.
...
In più questi ultimi giorni sono stati permeati dalla presenza di un amico che è venuto da NY a trovarmi per un paio di settimane e ho potuto condividere con lui un po' della mia vita portena e quotidianità... fatta di mate, milonghe e choripan alla domenica. Con mangiate di ottima carne e chiacchiere piacevoli e stimolanti...
Ho così scoperto la pratica del Krav Maga, e non appena mi passerà il leggero dolore al piede da troppo uso mi iscriverò ad un corso. Ho scoperto che pugnare mi piace.
...
Adesso un po' di giorni dedicati a me facendo tesoro delle cose da poco vissute, in attesa dell'arrivo della prossima visita che sarà da qui a breve... 

martedì 4 ottobre 2011

Ciao, Ivano...

...più dei biglietti senza ritorno
dati sempre alle persone sbagliate...

giovedì 8 settembre 2011

Il ritorno

07 settembre 2011, aeroporto di Barajas, ore 23,50.
Aereo in ritardo di 30 minuti, forse saranno anche di più.
Piacevole compagnia di Marieteresa. Distinta signora Italiana. Milanese trapiantata da 10 anni sui colli euganei.
Anche lei con figli emigrati in Argentina, da anni ormai.
L'attesa è piacevole e io sono sorridente. Finalmente ci si imbarca.
...
...è di nuovo mattina, 12 ore di aereo non sono poche, sono un buon momento per pensare e rivivere i giorni appena trascorsi.
Quindici giorni densi e ricchi. Li porto tutti, uno ad uno, dentro al cuore, dentro ai ricordi.
Un abbraccio con le persone a me care lungo quindici giorni.
Ho rivisto amici, ho rivisto amori, ho rivisto affetti. Ho concluso discorsi, ne ho aperti di nuovi. Mi sono riempita di Padova e della mia storia e delle mie origini. Mi sono cullata in Venezia, tra le calli inamovibili e le certezze stabili. Le amicizie certe, profonde, vere...
A loro va un grazie immenso.
E poi l'amore forte e immutato della mia famiglia. Grazie!
12 ore pensando in questo. Pensando anche alle cose che ho lasciato di là... ma pensando anche all'abbraccio della mia Baires che mi stava aspettando. Lo so.
Torna una Giulia ancora più ricca, ancora più viva, con una dose in più (anche) di normale nostalgia. Ma questa passerà e diventerà sorriso.
Ho mille promesse di gente che varrà a trovarmi. Io aspetto... io sono qua.
Se tutto va bene tornerò tra tanto, altri nove mesi, un anno, chissà? ma il tempo, i mesi, i giorni volano in questa cavolo di vita bellissima e sta a noi riempirla e usarla bene.
...
Torno alla mia vita porteña con tanta carne al fuoco, tante emozioni, tanti pensieri, tante proposte, tante idee.
Tutto da catalogare, da ordinare, da motivare, da scremare, da comprendere.
Non pensavo l'Argentina mi avesse dato davvero così tanto. A livello personale...
Sono tornata in Italia essendo fondamentalmente io senza essere la stessa.
Bello.
Sono follemente innamorata della vita!

giovedì 25 agosto 2011

Fuori tema


E se hai 10 ore in più che fai?
Fai una passeggiata e pranzi a Madrid!
...
Dopo aver camminato tutta la mattina in mezzo ad una città che ancora si stava svegliando, sbadigliando pigramente ad un sole estivo che pian piano sorgeva, arriva il momento di sedersi. Fintanto che le gambe ce l'hanno fatta a girare per le strade, alimentate dall'entusiasmo di essere qua e di sfruttare anche queste poche ore a disposizione, ho camminato. Poi d'improvviso mi sono resa conto che basta... la necessità di sedersi era impellente e via, allora, a recuperare il posticino che avevo visto aprire la mattina e che mi era piaciuto sin da subito.
Da un lato ha pareti rivestite in marmo con incastonate nel centro mattonelle dai colori verde scuro, rosso bordeux e oro. I motivi floreali e "farfallari". La parete opposta è tutta di ceramicha dai colori azzurri e rossi. A colpo d'occhio mi richiama le ceramiche arabe, ma osservando con maggior attenzione mi rendo conto che, no, non è così.
I tavolini anch'essi con un ripiano di marmo poggiato sopra gambe di ferro nero. Sgabelli di legno come girotondo.
Mentre scrivo sto aspettando che arrivino le 11 per poter predere delle tapas, adesso è ancora troppo presto. Un pranzo al contrario, cominciato dal caffè per imbrogliare un po' il tempo... poi tortilla e pane tostato con salsa di pomodoro.
Mi è piaciuto vedere Madrid svegliarsi.











CCSM

Il CCSM -Centro Culturale Gral San Martin- (Corrientes 1550) mi dicono sia il più grande centro culturale pubblico dell'Argentina.
Un edificio multi piano, che sorge nella Broadway di Baires, Corrientes appunto. E' questa un'avenida piena di numerosissimi teatri, che spaziano da teatri comuni al nostro immaginario a piccoli, piccolissimi teatri nati in appartamenti, i quali sono senza palcoscenico e senza platea. Solo un unico spazio comune. Come un po' il Flat di Mestre.
Questo centro culturale è uno dei più importanti per ciò che concerne lo studio di discipline artistiche, il quale fornisce laboratori e corsi di teatro, danza, e come di restauro antico, scrittura creativa, drammaturgia. Insomma, un pullulare di stimoli e fermore intellet-cultural-artistico.
La primaria e fondamentale e importante (e quindi determinante) condizione di questo atelier artistico è appunto la sua connotazione di spazio pubblico, che garantisce la libera espressione e studio a qualsiasi livello di classe sociale. Cosa fondamentale sempre. Specialmente nel terzo mondo.
Purtroppo da anni ormai è in corso una trattativa --dopo la scelta politica di Macri-- di cedere questo spazio pubblico a privati. Questa scelta comporterebbe di sicuro la privatizzazione degli spazi e, probabilmente, anche l'adibire con il tempo l'edificio ad usi differenti, e questa sarebbe davvero una grande perdita.
Tra le varie cose, una che verrebbe meno è la Sala Alberdi, al 6° piano. Un teatro né piccolo né grande ma che da sempre garantiva la possibilità di mettere in scena i pensieri e le interpretazioni dei giovani.
Da un anno un'occupazione permanente è in atto. Giovani studenti di discipline artistiche che, decisi a non farsi scippare questo spazio, dimorano lì sette giorni su sette, proponendo un variegato programma artistico in tutti i giorni della settimana. Fintanto che l'occupazione è garantita, meno probabilità ci sono che avvenga la cessione.
La cosa che a loro preme di più è la divulgazione di quanto sta accadendo. Un passaparola per rendere più evidente la loro protesta. Questo un piiiiiccolissimo contributo.
Io sono venuta a conoscenza di tutto ciò perché sono stata a vedere un gruppo che suonava. Las Taradas, 6 ragazze ben affiatate, brave e molto divertenti.
...l'audio da camera non è dei migliori, però...: 
"Guaglione" - di Giuseppe Fanciulli http://www.youtube.com/watch?v=dX5Q4TcVkiY
"Cocaine Blues" de T.J Arnall http://www.youtube.com/watch?v=iutUxY8Iwmo
"Cartas a Eufemia" de Pedro Infante http://www.youtube.com/watch?v=isxP_PvbEnw

giovedì 18 agosto 2011

S'è arenato tutto

Dico, qua s'è arenato tutto... no, non parlo dell'Argentina ma di questo blog e del tempo e attenzione che gli dedico. Nonostante ogni giorno mi dica: "Cavoli, questo che è successo --o il posto visto, o la persona conosciuta, o l'esperienza fatta-- devo scriverlo sul blog!!", le parole non arrivano a riempire le pagine virtuali di questa specie di racconto.
Come si può spiegare l'onda che c'è a La Cigale e della splendida musica suonata dalla banda, il tutto dentro questa atmosfera tranquilla e a suo modo raffinata. 
Come spiegare le feste private di Mr "40 milioni di dollari di fatturato annuo" --che per privacy lasciamo in incognito-- con vista dal 16° piano, con cameriere che da ogni dove spuntano a riempirti il bicchiere. Impossibile vederci il fondo. 
Così come una serata improvvisata a Opera o al Niceto.
O a Le Bar o al teatro, cavoli, mi sfugge il nome ma che sta tra Junin y Corrientes...
...
Come quasi (praticamente) tutte le mattine, pure oggi, appena aperti gli occhi mi son detta, con atteggiamento deciso e un convincimento che per un attimo ci ho creduto davvero, insomma mi son detta: cascasse il mondo oggi non esco, non posso più uscire tutte le sere.
Ma ecco che, pian piano, Buenos Aires si sveglia, pian piano ti scivola addosso, e rientrando in casa dopo ore di straordinario al lavoro, un'amica ti guarda e ti dice: "dale, usciamo?"... e che ci vuoi fare? ovvio che usciamo... no?

venerdì 29 luglio 2011

Doppel Ganger...

...ovvero l'alterego... quel qualcosa totalmente uguale a noi, ma profondamente diverso...
Ovvero, un locale totalmente uguale ad un normale locale, ma con qualcosa di diverso. Molto diverso... come la passione e lo studio dei cocktails.
Questo locale Doppel Bar si trova a San Telmo, ma nella parte meno "buona" del barrio, difatti devi passare l'autopista, fino a Juan de Garay y Bolivar. Appunto per questo, per entrare la porta te la aprono da dentro. Una forma di selezione dei clienti... o degli aventi diritto all'ingresso. Fortunatamente abbiamo superato la selezione.
Un posto tranquillo, con toni di verde calmo alle pareti. Musica jazz di sottofondo. Altri anni nell'aria.
Poca gente. Tranquillità... 
La particolarità di questo posto sono i migliori cocktails di Buenos Aires. Non che abbia molta possibilità o esperienza di paragone, ma posso confermare la bontà di quelli assaggiati. 
La ricerca di un prodotto ottimo è lo spirito e l'approcio, la filosofia insomma, che c'è alla base del sapiente lavoro di preparazione degli Tragos.
Dalla sapiente ricerca del fondatore di questo locale sono rinati (o resuscitati) cocktail argentini degli anni '30. Cose che si erano perse in nome di miscugli più moderni e più pubblicizzati. Ovviamente i classici (ottimamente preparati) ci sono, solo che, assaggiare un Horse's Neck (Bourbon, Angostura bitters, Ginger ale, Peel de limón)Tampico  (Campari, Cointreau, Jugo de limón, Tónica, Rodaja de naranja) hanno il suo perché... Per poi arrivare ad assaggiare davvero cose spettacolari, dal gusto per niente invadente e dai sapori perfettamente equilibrati.
Insomma, da ritornarci!!



domenica 24 luglio 2011

Paparazzi

Desidero che arrivino e amo le domeniche come non mai... Ore per dormire fino a che il mio corpo dice basta, fino a che si sarà ricaricato e avrà eliminato tutta la bella stanchezza che si accumula in una settimana. La domenica, il giorno della tranquillità, del risveglio senza sveglia e con nulla di fisso da fare. Oggi però niente da fare, il mio sonno è stato interrotto da trombette, inni, tamburi e applausi... Giù nella mia calle un capannello di gente davanti all'entrata del Melià Hotel e, parcheggiato in attesa, un pullman con la scritta "Paraguay". La nazionale del Paraguay alloggia a 50 mt da casa mia, oggi c'è la finale e c'è fermento nell'aria... Io alla finestra, mate nella mano, aria tiepida e odore di bella stagione a guardare i tifosi, giornalisti, macchine della TV, tutti nell'attesa di veder salire i giocatori nel pullman che li condurrà alla finale.


venerdì 15 luglio 2011

L'amore per il calcio

La sfegatata fede-amore-passione calcistica degli argentini è cosa risaputa. Quasi una componente cromosomica. In un pezzo della stringa del DNA di un argentino sicuramente apparirà la faccia di Messi o di Palermo o dell'idolo Maradona... Ma l'amore non è solo per i grandi simboli del calcio argentino, ovvio... 
L'amore vero si manifesta con assoluta chiarezza con la squadra del cuore, cosa che per nulla al mondo si abbandonerà... per la quale si soffrirà, si condividerà, ci si emozionerà... insomma, quando è amore, è amore!!
Un esempio ve lo da il signor Pasman, prendo in prestito le parole di Tanoka (da qui http://www.largentina.org/2011/07/11/il-tano-pasman-uno-di-noi/per spiegarvi in breve la situazione:
 " Il Tano Pasman è un tifoso del River Plate e i suoi figli hanno deciso di filmarlo mentre  guardava la partita di andata nello spareggio playout  (perso) contro il Belgrano. Rispondo subito ai due quesiti che sorgono spontanei: no, non esiste il video della tragica partita di ritorno e sì, è ancora vivo.
E adesso, buona visione... Per chi non parlasse castellano, consiglio solo un po' di immaginazione (e in caso di numerose richieste provvederò alle traduzioni - privatamente, ovvio ;) )


E per chi volesse giocare un po' (consiglio vivamente):
http://www.martingallardo.com.ar/pasman/

mercoledì 13 luglio 2011

Malatissima

La febbriciattola della settimana scorsa, che dopo poco se n'era andata è tornata lunedì con ancora più forza. Con così tanta forza che io, refrattaria ad andare dal medico e ad assumere medicine, sono dovuta andare alla guardia dell'ospedale e ho iniziato a prendere antibiotici. Una febbre di 39.4° non si può ignorare. Eccomi quindi ad affrontare la prima malattia argentina.
L'esperienza dell'ospedale di clinica è qualcosa di molto, ma molto forte. La salute è un diritto imprescindibile, qui, quindi in qualunque caso ti curano. Sia che tu abbia o no il DNI, che sia bianco, nero o verde, che tu abbia soldi o meno. Questa ultima caratteristica, se hai o no denaro, solo ti permette l'accesso ad una classe migliore di clinica. Ovvio. In questo aspetto tutto il mondo è paese.
I corridoi ampi, poco illuminati... il classico color beige, con addosso un velo uniforme di polvere. Polvere di Baires. Tanta e costante. Lo notavo quando pulivo i tavoli al BudaBar, solo una notte e già erano pieni di polvere, scura, nera, sporca. Ma questa non è una caratteristica solo di Baires ma di tutte le grandi metropoli.
Camminando per i corridoi arrivi ad una sala d'aspetto nel settore urgenze, sei panche di legno fissate al suolo, come un vagone dei trenini, solo che guardi sempre avanti, o come una chiesa dove cantano gospel. Panche di legno e attesa. Lunga attesa. Siccome non ero grave (e per fortuna) ho dovuto aspettare quattro ore. Ringrazio la pazienza di Alida che è rimasta con me fino alla fine. Quattro ore lunghe, quattro ore per osservare le barelle con la gommapiuma che fuoriesce e che mi spieghino loro che fanno a "disinfettare" la gommapiuma. Ascensori con assi di legno a bloccarne l'accesso. Finestre aperte in concomitanza di aperture sul soffitto, con l'obiettivo di aerare qualcosa, chissà cosa non funziona più che serviva a ciò?
Quando mi chiamano, ci dirigiamo nella parte di attenzione. 
Vediamo cose fuori da qualsiasi condizione ospedaliera a cui siamo abituati. In questo momento ti rendi conto che non è più primo mondo. 
Tende divisorie con macchie che è meglio non sapere di cosa fossero... letti con lenzuola sporche di sangue, lasciati lì in bella vista...
Nel centro della sala un bancone di acciaio, simile a quello di un bar, con varie cose sopra... tamponi, garze, pinze... Il tutto sembrava il bancone di una carrozzeria, e poi gente in camice, tanta troppa gente e fogli e confusione. Mah, ancora mi chiedo come ci si ritrovino in tutto quel casino. Il massimo è stato il dottore che per illuminarmi la gola ha usato la luce del cellulare.
Fatta la visita e ordinati gli antibiotici inizia la seconda odissea: trovare un farmacista in grado di leggere la ricetta. Mica una cosa facile, para nada... solo al terzo tentativo (e grazie a Carlo che mi ha aiutata) siamo riusciti a recuperare gli antibiotici giusti.

venerdì 8 luglio 2011

Ya está...

Il 26 giugno "annunciavo" l'inizio dell'inverno... oggi azzardo a dire che da ieri l'inverno ha già finito il suo ciclo. Un profumo primaverile si è diffuso nell'aria, indossare la sciarpa molesta e al pomeriggio si può girare senza giacca. Aspetto con gioiosa ansia lo sbocciare dei germogli e l'allungarsi delle giornate.
Il mio umore è raggiante. Sono felice. Ma la cosa più importante: sono serena.
I dubbi che a volte vengono a visitarmi sono solo dubbi o domande, ma nessuno di essi ha la forza per destabilizzarmi.
Anche oggi sono salita sola alla torre del Galicia, mi sono così potuta godere la bellezza di Baires dall'alto, baciata dal sole. Sono tornata in ufficio sorridente. Fischiettando.

mercoledì 6 luglio 2011

Parole su Baires #7

Sono ammalata ergo ho tempo. Ho tempo per scrivere lunghe mail agli amici. Ho tempo per pensare, riflettere...
Ho tempo e silenzio. 
La mia mente ovattata dalla febbre non fa pensieri totalizzanti, solo guarda ciò che è presente accanto a me. In questi giorni, in questi mesi, in questa vita ora. L'ho già scritto, ma mi piace dirlo di nuovo. La lontananza screma le persone, toglie tutto quel più dovuto solo alla quotidianità, dove per forza ci si conosce perché si abitano gli stessi tempi, posti, situazioni. Poi scopri che invece hai persone vicine che non pensavi ci fossero... Per questo ringrazio chi, passando di qua, e non solo, mi lascia un commento o un saluto. Adoro trovare i vostri commenti quando giornalmente apro il blog.
Oggi dal mio letto guardavo fuori dalla finestra. I palazzi e il cielo terso tra di loro. La luce di un sole giorno dopo giorno più coraggioso. Buenos Aires è stupenda. Come sempre del resto, nemmeno la pioggia l'imbruttisce... Buenos Aires è una signora, Parigi una puttana d'alto borgo, Venezia --venezia si sa cos'è-- un sogno. Però Baires e sempre elegante anche quando ha il trucco malmesso, anche quando si sveglia con la faccia gonfia di sonno e di resacca. Sì, è bella dentro, affascinante di suo, senza imbellettamenti. Buenos Aires è genuina...
Vorrei poterla regalare, trasmettere, condividere con le persone che amo. Poter dar loro un po' di questo luogo.
...
Son già un paio di volte che andiamo qua, in questo posto nato per la diffusione della cultura emergente: El Emergente Bar, officina di musica, per chi ha voglia di suonare, sperimentare... Le serate decisamente piacevoli, la musica non sempre... essendo luogo di sperimentazioni trovi musici più o meno dotati... Prossimamente vorrei andare qua, al centro culturale Konex dove la Bomba de Tiempo, tutti mi dicono, vale la pena vederla, con i loro ritmi e le loro percussioni avvolgenti... 
...emigrare...
...vita da emigrante...
Tutta un'altra cosa emigrare oggigiorno, internet, skype, FB... tutti sono, praticamente, dietro l'angolo. Però poi, nella realtà, non è così... Dietro l'angolo non c'è nessuno.
(solo Alida qualche piano più su... jajajajaja)

Possibili trasferte

La saracinesca si abbassa, la sua maglia di ferro si stende a cortina della vetrina...
Lui avvolge la catena tra la saracinesca e la porticina che si apre nel mezzo. Tutte le saracinesche di Buenos Aires hanno una porticina (fatta di saracinesca) da chiudere poi, quando si chiude davvero tutto. Spesso hanno una catena aggiuntiva di sicurezza. Pure questa ha la catena. E lui la avvolge, fa quattro giri e mette il lucchetto. Qua, la novità. Cosa a cui non avevo mai pensato... con il lucchetto aggancia i quattro giri di catena. Magicamente si hanno quattro catene a chiudere la porticina. Non basta più tagliare la catena, ma bisogna tagliarla almeno quattro volte per poterla aprire... sì, si può tagliare il lucchetto, ma quello è sempre più  resistente. Mi piace chiudere le catene così. Ho imparato qualcosa.
...
Intanto il discorso documenti italiani prosegue... A seconda di cosa mi diranno in consolato per il titolo di studio saprò anche se sarà imminente o meno, necessario o meno un ritorno.
L'ipotesi di un salto in Italia i primi di agosto, come avevo già parzialmente comunicato, spero si concretizzi... anche se vedo tempi stretti, serrati.  Però una bella botta di caldo non mi farebbe schifo... e così gli amici che mi dicono che si son presi apposta le ferie sapendo del mio passaggio (anche se non è vero, Sam sei un mentiroso) saranno accontentati e non avranno "sprecato" le ferie. Ma è tutto così in alto mare. Anzi, in alto oceano...
Solo che devo decidermi se davvero voglio tornare, il tempo vola e vorrei essere nuovamente presente qua, allo sbocciare della primavera argentina. Poi già dal 20 agosto arriverà un amico a trovarmi, verrebbe in ogni caso, non specificatamente per me, è di passaggio, ma mi piacerebbe esserci. L'ultima volta che ci siamo visti credo fosse a Parigi.
Sì, adesso sto cominciando a desiderare un breve rientro, un mordi e fuggi di due settimane. Ma saranno settimane dense. Vorrei salutare bene la gente che non ho salutato la prima volta, pensando che mi sarei assentata per poco tempo.
Vorrei chiudere cose in sospeso. Vorrei passare un po' di tempo con la mia famiglia, con amici... già mi è pesato moltissimo non essere stata presente durante gli esami di maturità di mia sorella. Chi mi conosce sa quanto ci tenevo e quanto ci tenga ad esserci in momenti così importanti, e quanto mi costi la lontananza dalle persone che amo.
Per questo la settimana passata ho cercato di trovare un po' di tempo per chiacchierate via skype, a volte ci vogliono. 
Poi in questi giorni non sto molto bene, mal di gola e due linee di febbre. In questa condizione la voglia di vicinanza è maggiore, nonostante abbia al mio fianco persone che mi stanno vicino y que me quieren...
Come dice Alida: ...a volte il divertimento diventa peggio di un lavoro... e a volte il fisico dice basta, un po' di riposo ci vuole. Questa sera non uscirò, non si può uscire tutte le sere,  anche se ci sarebbe la partita di Coppa America nel maxi schermo dietro casa mia... 
...tentazione...
... 
E adesso la cosa simpatica, che ha (quasi) dell'incredibile:
l'incontro in una città di quattordici milioni di persone di due giovani "Rivettari".
Per chi legge e non sa: Rivettari sono i frequentatori di un'osteria veneziana. Luogo dove quasi tutto accade, luogo di tempi importanti. Di persone splendide, quasi sempre. La maggior parte dei miei amici sono Rivettari, molti altri li ho portati lì a bere un rosso e a mangiare un mezzo uovo. Per l'appunto, nella mia prospettiva di passaggio italiano vorrei riuscire ad esserci per la chiusura estiva...
Insomma, questo per dire che incontrarne due (della new generation) qua a Baires mi ha fatto davvero strano e mi ha fatto sorridere, quanto è davvero piccolo il mondo!!
Perché non solo conoscono un posto conosciuto, ma conoscono IL posto conosciuto...

domenica 3 luglio 2011

Tres meses más

La gita a Colonia è stata un successo. Nonostante la stanchezza --la cosa di cui mi lamento di più in questo periodo-- e un labbro ancora dolorante, questa uscita dalla metropoli ci voleva. Il tempo è stato più che clemente, tanto da permetterci un pranzetto delizioso sedute fuori a goderci il sole e la luce.
L'uscita di alcune ore da Baires mi ha fatto realizzare quanto rumore, velocità, frenesia (anche se in termini sudamericani) ci sia in Capital Federal, elementi sempre presenti che però, abituandosene, non si avvertono più. Però ci sono e ti entrano dentro e ne fai, inevitabilmente, parte. Invece oggi il silenzio di Colonia ci avvolgeva e quiete e lentezza e tranquillità ci facevano compagnia. Un giorno così ha fatto bene!!
Lavori pericolsi...

Ali





E questa la colonna sonora di questi giorni:
http://www.youtube.com/watch?v=-Smge23DCE8&feature=share
...

Qu'est-ce que c'est
fa fa fa fa fa fa fa fa fa far better
Run run run run run run run away
Psycho Killer
Qu'est-ce que c'est
fa fa fa fa fa fa fa fa fa far better
Run run run run run run run awayyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyy
oh oh oh oh oh oh oh oh....

venerdì 1 luglio 2011

El día del Arquitecto

Oggi in Argentina è il giorno dell'architetto... come c'è il giorno della mamma, del papà, dell'amico, c'è pure la mia festa... :)
Un altro grazie a questo paese... la mia prima festa dell'architettA.

domenica 26 giugno 2011

Invierno

E' ufficialmente arrivato l'inverno. Da un paio di giorni un freddo un po' più pungente e un venticello frizzantino si sono impadroniti di Buenos Aires. Ovvio che dico "freddo" in proporzione alle temperature sudamericane, perché oggi sarebbe il 27 dicembre e io non ho l'ombra di un paio di guanti e nessuno strato aggiuntivo, come 7/8 paia di calze sotto i jeans e 15.000 maglie.
I cieli, notavo oggi, si mantengono di quell'azzurro carico che mi hanno più volte affascinata, oggi per esempio c'era questo cielo e una luce di un sole inequivocabilmente presente anche se meno caldo della settimana passata. 
La giornata cominciò bene e, con la luce che c'era, era perfetta per salire sulla scultura di libri che ancora troneggia in Plaza San Martin. Io già mi immaginavo spiragli di sole filtrare tra i libri come quando si sta distesi sotto ad un albero e il sole passa attraverso le foglie, creando giochi luccicanti di luci... Quindi perché no? Saliamo...!! Il 106 ci molla proprio lì...
Però, come sospettavo la torre di libri è molto, ma molto migliore vista da fuori, da lontano, specialmente la notte quando, illuminata, sembra una meringa gigante appoggiata sul selciato della piazza. Quindi, bene salirci, anche perché io amo le opere d'arte che si possono fruire. In un certo senso, opere con le quali puoi interagire fisicamente e non solo "vedere".
Poi pranzo e partita di calcio in televisione, partita importante per il River Plate che, con il pareggio che realizzò si è guadagnato la retrocessione alla B. Vedere le lacrime dei tifosi (qua il calcio si sente tantissimo, ma mooolto di più che in Italia) mi ha fatto ricordare il famoso derby in cui il milan perse grazie ad un gol di Berti. Dio che disperazione!!
Adesso sta partendo l'organizzazione per andare a vedere la finale di Coppa America. Chissà se riusciremo a trovare i biglietti. Se ci riusciamo siamo dei grandissimi!! :)

sabato 25 giugno 2011

Otra vez!

Il tempo passa veloce e il processo di ambientazione continua... sarà per questo che l'altra sera chiacchierando con Alida salta fuori il discorso Uruguay, Colonia, visto... Improvviso dubbio. Ma quando devo uscire??
Prendo il passaporto. Guardo. 5 aprile l'ultimo timbro. Bene: aprile, 5 maggio, 5 giugno, 5 luglio... AAARGH, il 5 luglio è qui dietro l'angolo... ebbene sì, il tempo è volato e io mi sono totalmente dimenticata della scadenza del visto. Panico, panico, panico. Il prossimo weekend è l'ultimissimo in cui posso uscire dal paese. Colonia, otra vez.
Questa volta ci andrò con Alida, non sarà quindi un giro di boa senza uscire dal terminal del porto... no, sarà un sabato tranquillo, passeggiando tra le stradine di pietre e sassi e, perché no, una buona parrilla a pranzo.
Bene, il lento ripiglio mattutino (son le 12:00) si sta concludendo e ora visita all'agenzia a comprare i biglietti.
...
Intanto i miei datori di lavoro stanno concludendo le pratiche per "assumermi" (anche se sarò a regime di monotributista), poi la palla passerà a me per preparare tutti i documenti che mi servono... chissà se riuscirò (non credo) a farmi il permesso di soggiorno per motivi di lavoro entro tre mesi, se così non sarà: Colonia, otra vez :)

sabato 18 giugno 2011

11.000 km

Esattamente 11.178 chilometri la distanza tra Buenos Aires e Roma. In alcuni momenti, in alcuni giorni è una distanza che si fa sentire. Alcuni giorni strani dove la "solitudine" si fa concreta e tangibile e reale. Ti guardi da fuori, dall'alto, come se il tuo corpo diventasse un puntino rosso lampeggiante e lo vedi in un'area dell'Argentina, lejos, muy lejos (lontano, molto lontano) da dove proveniva.
Oggi sono passati sette mesi dal mio arrivo qua. Me ne rendo conto ora mentre scrivo, guardando la data sul computer... tranquilla, ancora nel mio letto sorseggiando caffé bollende... E mi rendo conto che il corpo è come se si ricordasse gli anniversari, sette mesi... forse è per questo che a ridosso di questa data una leggera nostalgia, in mezzo ai tanti sentimenti positivi che questa vita mi sta dando, si fa sentire.
La nostalgia e un gran desiderio di avere un teletrasporto è stato poi accentuato da una mail ricevuta dall'ex datore di lavoro che mi invitava al suo 50° compleanno, dove mi diceva che sapeva che mi avvisa molto a ridosso della festa, che sa che vivo in Argentina e che non potrò andare, ma metti caso che in quelle date io stia passando per l'Inghilterra, ecco, pensava che sarebbe stato bello invitarmi in ogni caso, magari, chissà, ci potevo essere, che gli avrebbe fatto piacere... Peccato che non sia così... 11.000km sono una distanza importante.
Lo stato d'animo di questi giorni è nato anche da un insieme di cose. Innanzitutto i ritmi. Buenos Aires è una città che richiede molta energia per poterla vivere, ha distanze grandi e ritmi calmi ma serrati... insomma, in parole breve, sto vivendo un po' di stanchezza. La settimana appena conclusa è stata molto intensa, la trasferta a Balcarce, per quanto entusiasmante ha pesato. La cosa bella è che una volta finito il rilievo, perché era tardi, si è deciso di fermarsi a dormire lì... wow, la mia prima notte spesata in albergo per motivi di lavoro. Mi piace!! :)
Però ovviamente sveglia presto, visita alla Municipalidad de Balcarce e rientro a Baires il giovedì... Senza sosta la sera si esce e poi di nuovo a lavorare la mattina nello studio terminando di lavorare alle 2 di notte nel bar... insomma, può capitare che l'umore a volte ne risenta e che i pensieri si accavallino e si ingrigiscano e che le nostalgie siano in agguato... ma passerà questo momento senza problemi, ne ho passati di molto peggiori.
Intanto al lavoro stanno continuando con le pratiche per i miei documenti, questo vorrà dire che alla fine di questo lungo processo avrò il mio "monotributo" come la nostra partita iva per fatturare il guadagno del proprio lavoro. Incredibile che la mia prima partita IVA della vita sia qua, a Buenos Aires. Qua, in Argentina. Sì, non è solo un modo di dire o retorica: l'Argentina è un paese generoso.
Pensare al ritorno è argomento costante delle ultime settimane, l'unica cosa certa è che devo tornare prima del 17 novembre, così per non perdere il ritorno che tengo... solo che la voglia di mettermi a guardare i voli per poi ritornare su, comparando prezzi, itinerari e compagnie non mi entusiasma molto... 
Qua è praticamente il 18 dicembre. Il 21 comincerà l'inverno solo che giovedì c'erano 22 gradi. Ieri non so ma credo qualcosa simile, oggi 19... fa caldo! La notte si cammina senza problemi, senza nessun freddo che ti entra nella pelle. 
Bene, credo sia giunto il momento di ributtarmi dentro Buenos Aires... Lunedì sarà feriado di nuovo, bene... giornata in tranquillità in arrivo.