mercoledì 6 luglio 2011

Possibili trasferte

La saracinesca si abbassa, la sua maglia di ferro si stende a cortina della vetrina...
Lui avvolge la catena tra la saracinesca e la porticina che si apre nel mezzo. Tutte le saracinesche di Buenos Aires hanno una porticina (fatta di saracinesca) da chiudere poi, quando si chiude davvero tutto. Spesso hanno una catena aggiuntiva di sicurezza. Pure questa ha la catena. E lui la avvolge, fa quattro giri e mette il lucchetto. Qua, la novità. Cosa a cui non avevo mai pensato... con il lucchetto aggancia i quattro giri di catena. Magicamente si hanno quattro catene a chiudere la porticina. Non basta più tagliare la catena, ma bisogna tagliarla almeno quattro volte per poterla aprire... sì, si può tagliare il lucchetto, ma quello è sempre più  resistente. Mi piace chiudere le catene così. Ho imparato qualcosa.
...
Intanto il discorso documenti italiani prosegue... A seconda di cosa mi diranno in consolato per il titolo di studio saprò anche se sarà imminente o meno, necessario o meno un ritorno.
L'ipotesi di un salto in Italia i primi di agosto, come avevo già parzialmente comunicato, spero si concretizzi... anche se vedo tempi stretti, serrati.  Però una bella botta di caldo non mi farebbe schifo... e così gli amici che mi dicono che si son presi apposta le ferie sapendo del mio passaggio (anche se non è vero, Sam sei un mentiroso) saranno accontentati e non avranno "sprecato" le ferie. Ma è tutto così in alto mare. Anzi, in alto oceano...
Solo che devo decidermi se davvero voglio tornare, il tempo vola e vorrei essere nuovamente presente qua, allo sbocciare della primavera argentina. Poi già dal 20 agosto arriverà un amico a trovarmi, verrebbe in ogni caso, non specificatamente per me, è di passaggio, ma mi piacerebbe esserci. L'ultima volta che ci siamo visti credo fosse a Parigi.
Sì, adesso sto cominciando a desiderare un breve rientro, un mordi e fuggi di due settimane. Ma saranno settimane dense. Vorrei salutare bene la gente che non ho salutato la prima volta, pensando che mi sarei assentata per poco tempo.
Vorrei chiudere cose in sospeso. Vorrei passare un po' di tempo con la mia famiglia, con amici... già mi è pesato moltissimo non essere stata presente durante gli esami di maturità di mia sorella. Chi mi conosce sa quanto ci tenevo e quanto ci tenga ad esserci in momenti così importanti, e quanto mi costi la lontananza dalle persone che amo.
Per questo la settimana passata ho cercato di trovare un po' di tempo per chiacchierate via skype, a volte ci vogliono. 
Poi in questi giorni non sto molto bene, mal di gola e due linee di febbre. In questa condizione la voglia di vicinanza è maggiore, nonostante abbia al mio fianco persone che mi stanno vicino y que me quieren...
Come dice Alida: ...a volte il divertimento diventa peggio di un lavoro... e a volte il fisico dice basta, un po' di riposo ci vuole. Questa sera non uscirò, non si può uscire tutte le sere,  anche se ci sarebbe la partita di Coppa America nel maxi schermo dietro casa mia... 
...tentazione...
... 
E adesso la cosa simpatica, che ha (quasi) dell'incredibile:
l'incontro in una città di quattordici milioni di persone di due giovani "Rivettari".
Per chi legge e non sa: Rivettari sono i frequentatori di un'osteria veneziana. Luogo dove quasi tutto accade, luogo di tempi importanti. Di persone splendide, quasi sempre. La maggior parte dei miei amici sono Rivettari, molti altri li ho portati lì a bere un rosso e a mangiare un mezzo uovo. Per l'appunto, nella mia prospettiva di passaggio italiano vorrei riuscire ad esserci per la chiusura estiva...
Insomma, questo per dire che incontrarne due (della new generation) qua a Baires mi ha fatto davvero strano e mi ha fatto sorridere, quanto è davvero piccolo il mondo!!
Perché non solo conoscono un posto conosciuto, ma conoscono IL posto conosciuto...

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