martedì 24 aprile 2012

Mi querido Buenos Aires...

...ciao!!
Sono passati un po' di mesi in più da quando questo "viaggio" di vita è iniziato. 
Doveva essere poco più di un mese e sono diventati diciassette. 
Dovevano essere trentacinque giorni e sono diventati cinquecentoventiquattro...
Di cose ne sono successe, di esperienze accumulate, di amici incontrati, di persone conosciute e di cose viste, vissute, assaporate, odorate, danzate... di certo tutto ciò rimarrà impresso per sempre nel mio cuore.
Non posso che dirti grazie, mi querido Buenos Aires e grazie anche a te, querida Argentina per l'amorevole ospitalità che mi avete offerto. Mi avete accolta triste e accompagnata in una rinascita, regalandomi gioia e un altro modo di guardare le cose.
Sempre terrò nel cuore la vastità dei tuoi cieli e la dimensione dei tuoi meravigliosi paesaggi, terrò nel cuore il calore della gente e la loro buena onda.
Ci tenevo a dirti che non è un addio ma solo un arrivederci perché, mi querido Buenos Aires, certamente verrò a trovarti di nuovo, che sia anche solo per un saluto.
Non manca molto, solo poche ore e l'aereo che mi porterà in Italia prenderà il volo e io con lui e la "tana" che mi hai generosamente offerto in questo tempo rimarrà una bella e importante parte della mia vita.
Con oggi, con questa partenza, pure questo blog, che altro non era che una specie di diario di bordo (anche se ultimamente un po' trascurato), terminerà il suo racconto... con il piacere e la gioia di averlo tenuto al mio fianco dall'inizio alla fine.
Mi querido Buenos Aires, ciao!!

martedì 31 gennaio 2012

Documento Nacional de Identidad

Gennaio mi ha regalato in extremis la possibilità di un ultimo post... 
...un post che non necessita di molte altre parole visto che una sola immagine dice già tutto ciò che c'è da dire!


domenica 29 gennaio 2012

Aggiornamenti

Non può passare gennaio avendo scritto solo un post, non posso lasciar che la pigrizia prenda il sopravvento. A dire il vero non è neppure pigrizia, è sfruttare il poco tempo libero che ho per riposare, tutto il resto sono mille situazioni piacevoli che riempiono tutti i giorni la mia vita non lasciandomi il tempo necessario da dedicare a "Tana per un mese".
Adesso approfitto di una casa ancora addormentata e meno popolata per raccontarvi un po'...
In questi giorni la nostra piccola casa è una specie di camping urbano. La cosa mi piace tantissimo. Ho sempre desiderato una casa con amici che vanno e vengono, con ospiti improvvisi e cene non programmate. In questi giorni c'è Cristian -il giramondo- e Mercedes, amica veneziana (anche se mezza argentina) che è venuta di passagio a Baires dopo un periodo di Chile. Siamo qua, tutti un po' accampati, valigie e zaini a non finire. Piatti di carta, scarpe ovunque, 4 laptop che pare di stare in un internet point, vestiti mischiati, calore dalle finestre, orari qualsiasi e tanta, tantissima buena onda.
Il nostro bilocale in questi giorni mi rimanda alle situazioni che vivevo festose in casa da piccina, quando le notti d'estate si popolavano di molti amici dei miei, che riempivano le serate di risa, parole e per me era sempre e tutto un gioco.
Alida in meno di 10 giorni se ne va. La cosa se la penso mi fa quasi impazzire, quindi faccio come se questo giorno non dovesse mai arrivare pronta a vivermi questo futuro, imminente e grandissimo cambiamento.
La verdad è che sì, "cambia, todo cambia" y así como todo cambia que yo cambie no es extraño... (ascoltare please Mercedes Sosa) La cosa che mi stupisce è che al di là di questo primo sentimento di vuoto che mi lascia il pensare alla sua partenza, alla fin fine se mi ascolto sono serena, mi lascio semplicemente andare nel flusso della vita. 
Continuo a meravigliarmi e a ringraziare per le splendide persone che fanno parte della mia vita, che arricchiscono di momenti unici i miei giorni, che mi regalano comprensioni impalpabili sulla vita in sé, che mi fanno apprezzare l'unicità e la bellezza di ogni singolo attimo condiviso.
...
Raccontando un po' di cose pratiche:
alcuni già lo sanno altri meno, ho ufficialmente il DNI, ho la residenza precaria (che se conseguita per 4 anni di seguito si convertirà in permanete), sto solo lottando contro i tempi argentini visto che dal 12 gennaio è nel correo ma todavia non mi è ancora arrivato in mano il documento fisico. Diamo colpa alle feste di Natale nel mezzo e il fatto che qua è estatissima e quindi periodo di vacanze. Io aspetto. Fretta non ne ho...
...
Mercoledì scorso sono andata a Balcarce. 
Chi segue regolarmente il mio blog (forse) si ricorderà che avevo già raccontato di questa località a sud della provincia di Buenos Aires, ne avevo parlato quando raccontavo di un rilievo a un edificio per motivi di lavoro... insomma, da allora tutto il processo progettuale è continuato e adesso siamo alla fase cantiere. Vista la dimensione di questo paese, generalmente chi segue le costruzioni sono i Director de Obra (DDO) mentre figure professionali come la mia stanno in studio a seguire la fase progettuale e di documentazione... però a causa dell'estate ci sono meno progetti in attivo e quindi approfittiamo per andare a vedere dal vivo le costruzioni che progettiamo, cosa assai utile!
La cosa bizzarra è stato andare in cantiere in aereo!! Volo interno Aeroparque-Mar del Plata, partenza la mattina e ritorno in serata. Macchina noleggiata in aeroporto e via fino a Balcarce a vedere i lavori. Questa volta ci sono andata con Fernanda, una collega DDO, che dovrò sostituire quando se ne andrà in vacanza (heeeeelP). 
...
Ieri sera siamo andati in una peña in Olivos, una zona a nord  un po' fuori della General Paz dove vive la Presidenta, giusto a due cuadras di fronte la residenza presidenziale. A dir la verità non ho notato nulla di particolare... né più sicurezza né nulla, se non me lo avessero detto non me ne sarei accorta! 
Insomma, una peña è come una festa popolare all'aperto, musica folkloristica dal vivo, gente che balla, si diverte, ride e sorride, giovani e anziani che si mescolano in un unico armonico scambio di momenti piacevoli, cielo sereno, qualche stella, brezza estiva che passa tra i tavoli... I balli tradizionali argentini sono più complicati di quello che pensavo, forse un mini corso di chacarera non sarebbe poi male anche per poter così disfutar al massimo la situazione!
...
Un po' di momenti immortalati...
Al lavoro
Vista da casa mia

Cristian e Hernan
Paesaggi intorno a Balcarce #1
Paesaggi intorno a Balcarce #2
Paesaggi intorno a Balcarce #3
Milonguita - io al centr

giovedì 5 gennaio 2012

Uruguay

Fino a questi giorni l'Uruguay era sempre e solo stato sinonimo di Colonia, di una gita in giornata per rinnovare il visto, di un pranzo con Alida e poco più... Invece ora questo paese è annidato tra i miei ricordi con l'immagine di una splendida vacanza, fatta di spazi aperti, acqua, spiaggia, calma, vento, silenzi, pensieri, nuvole, stelle, cieli azzurri e notti nere, conchiglie e leoni marini, onde e capanne, gente rada e condivisione...
La necessità di staccare un po' da Buenos Aires, città bellissima ma impegnativa, si era fatta più che evidente e quindi non ho potuto far a meno di ascoltare il consiglio della mia grande Amica e approfittare dei feriados intorno a capodanno per uscirmene un po'!!
Siamo partite la mattina del 29 alle 6.30, con un pullman che dalla 9 de Julio ci ha portate fino a Tigre, da lì attraversata in barca (lancia) fino a Carmelo e di nuovo tre ore di pullman fino a Montevideo... ricerca di un altro passaggio fino a Cabo Polonio, con altre quattro ore di tragitto in mezzo a terreni pianeggianti che non ho potuto appezzare fino in fondo causa improvvisi colpi di sonno di intere ore. Effettivamente sì, di questa vacanza ne avevo davvero bisogno.
All'arrivo alla riserva naturale, erano quasi le 22, l'ultimo tragitto prima di arrivare a destinazione lo si fa sopra camion 4x4 adatti ai percorsi sabbiosi, saliamo sui posti in alto, al di sopra del tendone che chiude il cassone del camion e la giostra comincia. Sopra di noi un cielo nero e una cupola infinita di stelle. Quanto era che non vedevo stellate così... La giostra senza dubbio è molto divertente, buche, salite, discese di sabbia e poi la diritta corsa sul bagnasciuga, con le onde bianche che si muovono e sbattono e suonano e rotolano nell'oscurità silenziosa della notte.
Arriviamo alla destinazione finale. Cabo Polonio. Il niente. Il tutto.
Cabo Polonio è un insieme di case di legno e qualche mattone sparso qua e là. Solo vicino al faro trovi case più consistenti... 
Strade, o meglio percorsi, di sabbia. 
Dune morbide ai lati, con ciuffi d'erba selvatica, ben adattata al caldo e al vento dell'estate.
Il vento che ti passa attorno, ti accarezza e ti scompiglia e trasmette energia.
Incespicando un po' sulla sabbia e nel buio arriviamo all'ostello. Questa bellissima "roba" qua :)

I giorni sono passati tranquilli. Tra tuffi tra le onde, passeggiate lungo la riva, tomando mate, riposando, gustandoci l'occhio (ragazze, mica male gli Uruguayos), respirando aria finalmente senza smog. Guardavo le nuvole veloci sopra di me e gli improvvisi cieli azzuri liberi da qualunque cosa, e il caldo forte, secco, senza una minima goccia di sudore che scende dal corpo. Umidità zero!! Ho passato ore dondolandomi su di un'amaca. Ore seduta sulla sabbia ascoltando il calore appropriarsi di me. Vedere il moto perpetuo delle onde e le decorazioni delle conchiglie incastonate sulla sabbia. Una sabbia fine, dura e compatta... Lunghe chiacchierate con Alida e lunghi, lunghissimi momenti di silenzio, cosa assai rara qua in Buenos Aires.
...
Cabo Polonio è un altro modo di vivere. Se in estate si popola di gite fuori porta e brevi vacanze --solo 1500 persone giornaliere sono ammesse nella riseva naturale-- in inverno solo una quarantina di persone vivono lì. Fisse, tutto l'anno. Ci sono sette bambini che vivono in questo luogo, anche loro tutto l'anno... Quattro di loro vanno a scuola. Maesta unica... tutta un'altra cosa.  Non riesco ad immaginare con precisione, nonostante mi sforzi, come dev'essere un'infanzia in un posto così... dove sicuramente gli elementi naturali presenti faranno parte del tuo essere per tutta la vita. Dove l'odore del mare e del vento, il pesce venduto fresco sulla spiaggia e l'immagine costante dei leoni marini sono mattoni del tuo essere. Dove la stimolazione della fantasia è cosa imprescindibile.
La nave dei pirati!
Qua l'ettricità è quasi nulla, alla notte solo candele o negli ostelli più attrezzati, come il nostro, piccoli led ad "illuminare" gli spazi... elettricità nata da pannelli solari o piccoli generatori. Tutte le esigenze sono ridotte al minimo, e di rendi conto di quanto poco serva per vivere, e vivere bene. Dove una comunione con la natura e il rispetto dei suoi tempi non può far altro che giovare al corpo e alla mente di una persona, dell'animale uomo, anche lui parte inscindibile di questo tutto.
La lavatrice...
Foto varie qua e là...




















domenica 25 dicembre 2011

Natale!

Anche se è il secondo Natale che passo a Buenos Aires, l'anno scorso i festeggiamenti non li avevo vissuti, avendo passato la notte della vigilia in casa con cena e rito ebraico... non mi ero quindi accorta di cosa succedesse fuori.
Quest'anno invece, dopo una cena pomeridiana in famiglia Grisetti-Zabeo, siamo uscite.
Trovare una Baires deserta e silenziosa è stata un'esperienza surreale. Tutto il quotidiano rumore di fondo di questa splendida città era cessato. Nessuno che camminava, nessuna macchina per le strade, se non qualche solitario autobus vuoto. 
In questo giorno la giornaliera migrazione città-provincia non c'è stata, tutti se ne son stati in casa con la propria gente. Ognuno al suo posto.
Verso le 22.00 usciamo e raggiungiamo degli amici italiani che cenavano in uno dei pochi ristoranti aperti in San Telmo fino ad attendere la mezzanotte per gli auguri.
Allo scoccare delle 0:00 la città si è improvvisamente svegliata. Immaginatevi un capodanno, botti stile napoletano ovunque, fuochi d'artificio e gente per le strade, e ancora botti, rumori, sibili e luci, e ancora rumore festoso, fumo di petardi e scintille di luci colorate. Non oso immaginare come sarà la fine dell'anno!
Camminiamo con attenzione in una città in "guerra" alla ricerca di qualcosa di aperto... arriviamo in un locale vecchio e fuori moda, ma con all'interno e nell'aria un clima famigliare e così tanto natalizio che ha riscaldato il cuore. Una tavolata ormai usata e scomposta di uomini di mezza età, due tavoli da biliardo e nulla più. 
Il proprietario ad un certo punto ci porta un piatto di "panettone" appena tagliato. Un modo gentile e dolcissimo di condividere con noi questa notte di festa.
Che dire, tutto bene, no?