domenica 27 novembre 2011

Inconvenienti

La settimana scorsa, in Reconquista proprio sotto casa, tra le 14.30 e le 15, bevendo un caffè con Alida, qualcuno, senza che ce ne rendessimo conto, seduto dietro di noi, si è impossessato della mia borsa...
Altro cellulare ed ennesimo numero andato... chiavi di casa e dello studio, e ovviamente il portafogli con praticamente niente dentro, solo 40 pesos.
Ma il tutto un bajon!
Quindi pazienza, son cose che succedono, appresa la lezione, mi dico e mi ripeto che l'unica cosa che ci vuole è un po' di attenzione in più...
Poi però succedono cose che, per dover di cronaca si devono raccontare ma che mamma e papà non vorrebbero sapere, quindi prima rassicuriamo e poi raccontiamo...
Queste cose che accadono ti fanno pensare e dire che non sempre è solo colpa della scarsa attenzione.
Insomma, ieri sera viene Alida a prendermi al lavoro. Lei aveva terminato da poco nel suo, la distanza che ci divide sono circa 15 minuti a piedi, lei lavora nella mia stessa via, solo una quindicina di cuadras più avanti. Anche se la via è la stessa si deve fare una deviazione perché in mezzo passa la ferrovia e non si può attraversare... però in totale 15 minuti!!
Dicevo, viene a prendermi, usciamo dal Budabar che erano più o meno le 2.20 e ci dirigiamo a casa di amici accettando un invito recente... quindi ci incamminiamo di nuovo in direzione del lavoro di Alida visto che questi amici abitano da quelle parti...
Stavamo attraversando una delle poche strade che collegano queste due parti di Palermo tagliate dalla ferrovia, camminando tranquille sul marciapiede, immerse in una delle nostre conversazioni, quando d'improvviso, dal lato sinistro sbucano da dietro il muro della ferrovia tre ragazzi (o ragazzini), che si buttano su di noi puntando ovviamente alla mia borsa e allo zaino di Alida... solo che hanno fatto male i conti e non hanno preveduto la reazione e l'incazzamento (isterico) di due donne... 
Alla fine, la borsa e lo zaino non sono riusciti a prenderli, la colluttazione è stata concitata ma rapida, e con una colonna sonora di mie grida acutissime che credo li abbia messi abbastanza in confusione... in un momento mentre sbilanciata finivo a terra, quanto il tipo ha cercato di avvicinarsi nel tentativo di afferrare la borsa, di reazione si è preso un calcio, ma un calcio che da lì a tempo zero si è dileguato, mentre Alida dimenandosi faceva scappare l'altro...
Rimessa in piedi, attraverso la strada per allontanarmi dal luogo da dove sono sbucati i tre, e vedo Alida che si avvicina alla fessura e comincia a imprecare loro dietro in un italiano aulico che non vi dico...
La tensione di quei momenti una volta accertateci che stavamo bene si è dileguata in pochi minuti sfociando in una fragorosa risata...
Ecco, anche questa è fatta, arricchito un altro po' il CV della vita con la voce "sventato tentativo di scippo e aggressione"...
Questa cosa adesso mi da una motivazione in più per seguire assiduamente i miei corsi di Krav Maga! :)
...le riflessioni "profonde" sull'accaduto sorgono però dalla reazione della gente... arrivate alla casa degli amici raccontiamo l'accaduto e, sorrisi, due domande e niente più... come se fosse normale, e in questo preciso momento mi rendo conto che effettivamente per loro che vivono qua da una vita una cosa del genere può essere normale, ci sono abituati, è così... a me che invece non era mai successo niente di simile in 31 anni di vita la cosa ha sorpreso un po'. Ma loro niente, come niente è stato per il taxista che passando ha visto la scena, o niente è stato per altre due persone un poco più avanti...
Mi sono chiesta se arriverà anche per me il momento in cui "diventerà normale" assistere o ascoltare di situazioni analoghe. Spero di no!

3 commenti:

  1. Che storia. Certo che di esperienze ne accumuli un bel po'. Di questo tipo forse...è meglio riuscire a schivarle. In gamba "guerriera". Gp.

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  2. Certo che anche loro..."venire a rubare in casa dei ladri"...

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  3. ciao cara giulia.
    intanto un buon anno speciale a te e alida.
    ho letto della tua disavventura, mi spiace. ti ricordi che parlavamo di sicurezza e che in fondo puo' capitare a tutti di trovarsi nel luogo sbagliato nel momento sbagliato?
    be', a voi e' capiatato a B.A., a me qui a Jomtien, nella pacifica thailandia.
    ero appena arrivato dall'italia e per ovviare ai rimasugli del jet lag mi sono recato a fare una passeggiata a Pattaya, sul lungomare. e' vero che non ero in una parte particolarmente affollata, ma nemmeno nel deserto. Fatto sta che l'ultima cosa che ricordo e' che avevo deciso che era ora (l'1:30) giusta per torname a casa. poi ricordo che seduto per terra alcune persone mi aiutavano a tamponare il sangue che mi usciva dalla testa. poi e' arrivata la polizia e mi sono fatto portare in ospedale. qui e' cominciata una nuova odissea perceh' l'ospedale (privato) non voleva curarmi se prima non pagavo ed io non avevo con me abbastanza soldi ne' tantomeno la carta di credito. cosi' ho dovuto, e fortunatamente potuto, aspettare le sette del amttino e telefonare, anzi far telefonare, ad un amico thai che so che a quell'ora era sveglio perceh' doveva portare il figlio a scuola. lui si e' subito attivato e i miei amici sono arrivati in ospedale ed hanno pure chiamato il console che si e' fatto vivo con la moglie. il mio amico thai ha dato la caparra e cosi' hanno cominciato a curarmi (piccola emoraggia cerebrale). altri amici sono andati a casa e mi hanno portato vestiti puliti e carta di credito.sono stao ricoverato quattro giorni e poi mi sono dimesso. il 19 dicembre mi hanno tolto i punti dalla testa. Ora ho ancora un po' di problemi di equilibrio e di udito. lunedi' vedro' l'otorino e vediamo cosa dice.
    Sono (stato) molto fortunato.
    Innanzi tutto potevo restarci: qualunque cosa mi abbia colpito e’ andata vicino a farmi secco; se e’ stato un tentativo di rapina, non ho perso che la carta di identita’, la patente e pochi spiccioli; non si sono presi nemmeno il motorino anche se attaccata alla chiave c’era il numero di targa.
    Nonostante tutto sono rimasto abbastanza cosciente per parlare inglese, chieder aiuto e poi telefonare al mio amico thai quando sapevo che era gia’ sveglio.
    Poi ho dei veri amici: si sono precipitati in ospedale, hanno avvertito il console, hanno pagato il deposito necessario al mio ricovero, mi hanno portato carta di credito e abiti puliti.
    A ban chuen il capo della locale polizia si e’ offerto di venire a Pattaja e ammazzare i miei presunti aggressori, sua moglie mi ha abbracciato con calore e pensare che non parlano una parola di inglese ma sono stato piu’ volte a cena a casa loro.
    I miei amici sopportano con pazienza il mio scarso inglese, la mia sordita’ ora accentuata e ora anche i miei malesseri: il due sera avevo deciso di starmene in camera in quanto mi sentivo di peso ma due di loro sono venuti a prendermi per mangiare tutti insieme e uno mi ha detto ceh il calore degli amici non puo’ che farmi stare meglio. Vero!
    Insomma veri amici, anche se non ho fatto niente di speciale per trovarli. Sono sicuro che i thai ammirano il mio comportamento con mio padre, ma la cosa, a me, non e’ costata fatica, anzi era un piacere.
    Insomma tutto pura fortuna.
    direi che sia per voi che per me tutto e' bene cio' che finisce bene.
    bacini e bacioni e...
    le foto.........
    ciao
    sergio

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