sabato 25 dicembre 2010

Parole su Baires #4

Sembra il 15 d'agosto.
La città è deserta, ferma, stranamente silenziosa. Un passante ogni tanto, una macchina solitaria si muove lenta tra le vie sgombre da gente, macchine, cose e caos.
Il caldo avvolge tutto, assopisce, ovatta.
In cielo non una nuvola, solo azzurro, azzurro, azzurro. Un azzurro profondo e spesso.
Passeggio con in mano una nocepesca dolcissima e sugosa. Sono terrorizzata dal macchiarmi i pantaloni. Bianchi per lo più... ho troppa poca roba con me per permettermi il lusso di macchiarla.
Edifici d'intonaco bianco si stagliano sul cielo azzurro, sembrano immagini della Grecia, Santorini (esagerando), solo che non hai il mare e le forme bianche incollate sul blu sono quadrate e ampie...
Il calore di questo Natale estivo ti investe, ti trapassa la pelle, ti entra nelle ossa, si annida tra i muscoli... ti sale dai piedi, ti avvolge le gambe e ti smuove i sentimenti e provo un senso di libertà e possibilità da far girare la testa.
Libertà di stare con me, in compagnia mia e nulla più, ed immergermi con tutti i sensi aperti e ricettivi in questo giorno.
No, oggi non è solo Natale è qualcosa di più, ha ragione Lucy, è nascere ancora ed è rinascere ancora ogni giorno come in questi giorni.








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