lunedì 13 dicembre 2010

Parole su Baires #3

La giornata di ieri l'ho passata a gironzolare per le strade un po' a naso, senza piantina, avendo solo in mente una direzione.
Sono uscita alle 5 già con le scarpe da tango a tracolla camminando giù per St. Fe in direzione downtown per raggiungere Riobamba, la calle dove c'è la milonga Porteno y Bailarin.
Sono uscita senza macchina fotografica perché avevo voglia di meno cose a cui badare. Non lo rifarò più visto quante cose ho incontrato che meritavano una foto...
Tipo, oltre ad un palazzo bellissimo che non so cosa sia, un ragazzo all'angolo di una strada che srotolava la bobina di un film. Lui in mezzo a questo nastro, questo serpente di pellicola srotolata a terra, tra i suoi piedi, mentre una luce bellissima lo colpiva. Mi sarebbe piaciuto fotografargli i piedi, riuscendo a cogliere la suddivisione dei fotogrammi che si intravvedevano sulla pellicola a causa del sole.
Camminando mi sentivo leggera, felice, a posto. Continuerò a ripetere fino allo sfinimento di quanto gli argentini siano un bel popolo. Magari sono solo i porteni, ma non credo...
...
Mentre mi perdevo nella zona tra Corrientes, Callao e Rivadavia, purtroppo sono passata per la casa di una famiglia, una famiglia di strada. E questa volta ha toccato il cuore. In città ci sono molti, molti senzatetto. Di varie età che dormono per strada senza niente. Alcuni si accampano in un modo un po' più stabile, in capanne come quelle che per gioco mi facevo io da piccola in giro per casa o nel giardino dei nonni, con scatoloni e stoffe e ciò che trovavo. 
Solo che io giocavo. Loro così vivono.
Ma la "casa" senza tetto di questa famiglia è stata qualcosa di davvero toccante.
Su di un ampio marciapiede, dalla parte della facciata dei palazzi c'erano alcuni scatoloni capovolti, stoffe, un fornelletto e delle pentole. Un po' oltre un divano, sfondato e consunto e un uomo e una donna sedutici sopra.
Sul ciglio del marciapiede, allineate altre cianfrusaglie a delimitare la "proprietà"... seduti a terra, giocando con praticamente nulla, tre bimbi dai 4 ai 7 anni. Giocavano lì ai piedi del cassonetto... All'angolo un bancale posto in verticale con vestiti appoggiati su ogni listello di legno, come armadio o stendino. Loro erano lì, con tutta la loro intimità famigliare in vista. Una casa davvero aperta. 
Immaginate un soggiorno, con una famiglia che lo abita in una normale domenica pomeriggio. Solo che adesso altra gente che non è la tua famiglia aspetta l'autobus affianco al tuo armadio. Altra ti passa camminando tra te e i tuoi bimbi. E tu sei lì, e ai tuoi bimbi non puoi altro che offrire cose vecchie, cielo e amore.
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Mi sono imbattuta poi in una libreria bellissima che sta anch'essa su St. Fe, piena di volumi vecchi e una bella musica di sottofondo. L'avevo già notata giorni addietro perché lì ci vive anche un gatto. Un gatto bianco e nero che spesso se ne sta lì accovacciato sopra i libri a sonnecchiare sbirciando di tanto in tanto i passanti sfilargli davanti.
Ieri l'ho incontrato mentre passeggiava tra i "suoi" scaffali, muovendosi tranquillo tra tutti quei libri.
Ho chiesto se magari ci fossero qualche fumetto, magari edizioni originali, non ristampe, ma purtroppo niente da fare. Niente fumetti in questo posto. Peccato.
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Passando affianco ad un'edicola vengo presa dalla voglia di comprarmi -finalmente- la guida degli autobus. Visto che, come vi dicevo, degli autobus non si sa né quando passino, né dove vadano, né il percorso. Almeno per me, poi un sacco di gente li prende e io penso che loro sappiano dove stanno andando :) ...quindi... pure io li voglio prendere questi autobus, specialmente per muovermi la sera quando è ancora presto per un taxi ma troppo tardi per la metro... come l'altra sera che io il 15 mica l'ho trovato!!
Vabbè, che dire... comprata la guida appena l'ho aperta ho pensato: e mo'? che me ne faccio di quasta roba incomprensibile... ma non è così: bisogna solo studiarla e dopo "ore" di studio ho capito come funziona. 
Allora: Tutta Baires sulla pianta generale della Capital Federal è divisa in quadranti (zone) da 1 a 29a, ogni zona è suddivisa ulteriormente da una grata identificata con numeri da 1 a 7 verticalmente e da A a E orizzontalmente. C'è una zona stampata per ogni pagina, con a fronte la stessa graticola identificativa ma SENZA la mappa stampata sotto, con solo segnato nell'angolo in alto a sx il codice identificativo di ogni quadrante tipo (e nell'ordine) A1, A2, A3...
Mò viene il bello. Primo: bisogna trovare la casella nella mappa da dove tu parti (es C2 area 5). Secondo: trovare la casella dove vuoi arrivare per esempio Plaza de Mayo (C1 area 3). Ecco, nella pagina a fronte ad ogni zona, vai nel quadrante corrispondente a C2 e lì trovi una serie di numeri. 
Sono i numeri degli autobus che passano di là. Nel mio quadrante di partenza ho ben 17 linee che transitano. Fai lo stesso nel quadrante d'arrivo (altri 15 numeri) e, SE, trovi nelle due caselle numeri uguali... ecco, quello è l'autobus che ti porterà dove vuoi tu. Intuitivo, no?
So già che mi perderò un sacco di volte :) 
E poi, le fermate: non sono mica segnate e nemmeno ben visibili sulla strada. Ogni tanto vedi capanelli di gente e lì sai che ce n'è una. Oppure, nelle fermate più grandi e gettonate c'è pure una tettoietta e allora lì è facile :)
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Ho camminato tutto il pomeriggio, ero così felice che una fame enorme mi attanagliava lo stomaco e avevo voglia di carne. Cercavo un ristorante per una buona e sugosa Bife de Lomo... Ma credete che l'abbia trovata?? Già era domenica e molti posti erano chiusi e poi dove camminavo io sembrava il quartiere delle pasticcerie. A dozzine e dozzine ce n'erano, ma di ristoranti nemmeno l'ombra. Ormai sull'orlo dello sfinimento per fame incontro Medio y Medio un posticino carino, non quello che cercavo ma almeno un posto per mangiare e mangiare cibi locali.
Sono stata felicissima della scelta, l'ambiente era davvero ottimo e la signora aveva un sorriso che era casa.
Su di una parete di questo locale c'era un cartello colorato che diceve:
"Bebed con alegría y Amad con maestría que de eso se trata la vida..."
E allora, buona vita a tutti!

1 commento:

  1. deformazione tipica degli architetti, partono con la poesia e poi si fanno trasportare dall'aspetto formale :D...

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