lunedì 6 dicembre 2010

Parole su Baires #2

Buenos Aires. Baires. Una città che non ha nulla di speciale, non ha nulla di essenziale, si esaurisce in poco. Molto poco. In pochi giorni quello che c'era da vedere lo hai visto... i punti salienti incontrati... Però c'è qualcosa nella sua semplicità che ti prende, che ti rapisce. C'è qualcosa che sa o che può imbrigliarti nelle sue trame di strade ortogonali e palazzi ripetitivi. C'è un'aria o un'onda, che è il modo di dire qui un'atmosfera, che ha qualcosa di più. Sarà il calore della gente, sarà che sembra che la gente abbia ancora quel gusto di vivere, sarà che è così semplice che ti fa sentire a casa. Sarà che se vuoi puoi fare ogni sera cose diverse. Sarà che è comunque una metropoli e che le senti le possibilità della metropoli. Non so ancora di preciso cosa sia questa cosa che ti prende per mano ogni volta che esci di casa, e mentre cammini ti fa compagnia.
...poi sei in metro, io adoro la metro, mi fa sentire padrona della città anche se non arriva ovunque, e accade questo: l'altro giorno ero lì seduta, avvolta dai miei pensieri,  pensieri scomodi e amari, e mentre stavo lì le mie mani hanno raggiunto la bocca e giù a sgranocchiare unghie. E' stata da lì a poco la meraviglia, il gesto dolce, il gesto accorto di un signore che, picchiettata la mia spalla, una volta volto il mio sguardo a lui mi fa segno con il dito "no, no"... intendeva con il suo gesto di non martoriarmi le unghie, che le mie mani non hanno colpa di nulla, che ancora male non è la soluzione... Ma lo ha fatto in un modo così dolce e così delicato che non ho potuto fare altro che sorridergli e togliere le mie mani dalla bocca. E per tutto il resto del viaggio mi sono ripromessa di non mordermi più. Se lo meritava quel signore!! E' stata una carezza così bella e così ben data da riscaldarmi...
...e poi con la metro raggiungi milonghe e sogni e belle persone che ti fanno passare una serata ridendo...
...
Oggi sono andata al supermercato, ecco, questo è il lato sudamericano a cui non sono abituata: la lentezza dei cassieri alle casse. Zio billy, una cosa indecente... probabilmente io non sono ancora entrata nel mood e lentezza latina, ma dopo aver cambiato due casse ed essere rimasta esterrefatta dai movimenti lenti e non curanti del tempo che passa dei cassieri, per un attimo ho pensato che forse qui non potrei rimanerci. Ma poi mi sono detta che forse sono io che dovrei rallentare... la mente e i pensieri.
Al supermercato oggi, girando tra le corsie sono incappata in una piramide di panettoni. Già, anche qui è quasi Natale anche se vai in giro in canottiera. Anche qui sarà a breve tempo di panettoni e torroni. Vi giuro che fa strano, i panettoni stonano proprio con il clima e con tutto quello che c'è attorno che è così poco natalizio.
Non ho visto fin'ora gente frenetica intenta a comprare cose, tante cose nei negozi. Mah, forse il "sentimento" del Natale si confà davvero ad un intorno freddo.
...questa sera mi sono incontrata con i miei maestri di tango, arrivati ieri dall'Italia. Sono stata felice di averli visti. Fatte due chiacchiere su questa esperienza, su come funzionano certe cose e gli argentini, e due risate sul mio maestro di tango preferito siamo andati a mangiare delle empanadas buonissime in un posto qua vicino. Per fortuna che me lo hanno fatto conoscere... e oltre tutto mi hanno fatto conoscere l'humita, una salsina di mais muy muy buena :)

2 commenti:

  1. bellisimi questi tuoi pensieri, ciao sono eric, ho sentito tua mamma ed eccomi!!
    divertiti ma stai in guardia,,,
    ciao eric

    RispondiElimina
  2. Grazie, Eric!
    Un bacione e un abbraccio forte a te...

    RispondiElimina