giovedì 5 gennaio 2012

Uruguay

Fino a questi giorni l'Uruguay era sempre e solo stato sinonimo di Colonia, di una gita in giornata per rinnovare il visto, di un pranzo con Alida e poco più... Invece ora questo paese è annidato tra i miei ricordi con l'immagine di una splendida vacanza, fatta di spazi aperti, acqua, spiaggia, calma, vento, silenzi, pensieri, nuvole, stelle, cieli azzurri e notti nere, conchiglie e leoni marini, onde e capanne, gente rada e condivisione...
La necessità di staccare un po' da Buenos Aires, città bellissima ma impegnativa, si era fatta più che evidente e quindi non ho potuto far a meno di ascoltare il consiglio della mia grande Amica e approfittare dei feriados intorno a capodanno per uscirmene un po'!!
Siamo partite la mattina del 29 alle 6.30, con un pullman che dalla 9 de Julio ci ha portate fino a Tigre, da lì attraversata in barca (lancia) fino a Carmelo e di nuovo tre ore di pullman fino a Montevideo... ricerca di un altro passaggio fino a Cabo Polonio, con altre quattro ore di tragitto in mezzo a terreni pianeggianti che non ho potuto appezzare fino in fondo causa improvvisi colpi di sonno di intere ore. Effettivamente sì, di questa vacanza ne avevo davvero bisogno.
All'arrivo alla riserva naturale, erano quasi le 22, l'ultimo tragitto prima di arrivare a destinazione lo si fa sopra camion 4x4 adatti ai percorsi sabbiosi, saliamo sui posti in alto, al di sopra del tendone che chiude il cassone del camion e la giostra comincia. Sopra di noi un cielo nero e una cupola infinita di stelle. Quanto era che non vedevo stellate così... La giostra senza dubbio è molto divertente, buche, salite, discese di sabbia e poi la diritta corsa sul bagnasciuga, con le onde bianche che si muovono e sbattono e suonano e rotolano nell'oscurità silenziosa della notte.
Arriviamo alla destinazione finale. Cabo Polonio. Il niente. Il tutto.
Cabo Polonio è un insieme di case di legno e qualche mattone sparso qua e là. Solo vicino al faro trovi case più consistenti... 
Strade, o meglio percorsi, di sabbia. 
Dune morbide ai lati, con ciuffi d'erba selvatica, ben adattata al caldo e al vento dell'estate.
Il vento che ti passa attorno, ti accarezza e ti scompiglia e trasmette energia.
Incespicando un po' sulla sabbia e nel buio arriviamo all'ostello. Questa bellissima "roba" qua :)

I giorni sono passati tranquilli. Tra tuffi tra le onde, passeggiate lungo la riva, tomando mate, riposando, gustandoci l'occhio (ragazze, mica male gli Uruguayos), respirando aria finalmente senza smog. Guardavo le nuvole veloci sopra di me e gli improvvisi cieli azzuri liberi da qualunque cosa, e il caldo forte, secco, senza una minima goccia di sudore che scende dal corpo. Umidità zero!! Ho passato ore dondolandomi su di un'amaca. Ore seduta sulla sabbia ascoltando il calore appropriarsi di me. Vedere il moto perpetuo delle onde e le decorazioni delle conchiglie incastonate sulla sabbia. Una sabbia fine, dura e compatta... Lunghe chiacchierate con Alida e lunghi, lunghissimi momenti di silenzio, cosa assai rara qua in Buenos Aires.
...
Cabo Polonio è un altro modo di vivere. Se in estate si popola di gite fuori porta e brevi vacanze --solo 1500 persone giornaliere sono ammesse nella riseva naturale-- in inverno solo una quarantina di persone vivono lì. Fisse, tutto l'anno. Ci sono sette bambini che vivono in questo luogo, anche loro tutto l'anno... Quattro di loro vanno a scuola. Maesta unica... tutta un'altra cosa.  Non riesco ad immaginare con precisione, nonostante mi sforzi, come dev'essere un'infanzia in un posto così... dove sicuramente gli elementi naturali presenti faranno parte del tuo essere per tutta la vita. Dove l'odore del mare e del vento, il pesce venduto fresco sulla spiaggia e l'immagine costante dei leoni marini sono mattoni del tuo essere. Dove la stimolazione della fantasia è cosa imprescindibile.
La nave dei pirati!
Qua l'ettricità è quasi nulla, alla notte solo candele o negli ostelli più attrezzati, come il nostro, piccoli led ad "illuminare" gli spazi... elettricità nata da pannelli solari o piccoli generatori. Tutte le esigenze sono ridotte al minimo, e di rendi conto di quanto poco serva per vivere, e vivere bene. Dove una comunione con la natura e il rispetto dei suoi tempi non può far altro che giovare al corpo e alla mente di una persona, dell'animale uomo, anche lui parte inscindibile di questo tutto.
La lavatrice...
Foto varie qua e là...




















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