venerdì 29 luglio 2011

Doppel Ganger...

...ovvero l'alterego... quel qualcosa totalmente uguale a noi, ma profondamente diverso...
Ovvero, un locale totalmente uguale ad un normale locale, ma con qualcosa di diverso. Molto diverso... come la passione e lo studio dei cocktails.
Questo locale Doppel Bar si trova a San Telmo, ma nella parte meno "buona" del barrio, difatti devi passare l'autopista, fino a Juan de Garay y Bolivar. Appunto per questo, per entrare la porta te la aprono da dentro. Una forma di selezione dei clienti... o degli aventi diritto all'ingresso. Fortunatamente abbiamo superato la selezione.
Un posto tranquillo, con toni di verde calmo alle pareti. Musica jazz di sottofondo. Altri anni nell'aria.
Poca gente. Tranquillità... 
La particolarità di questo posto sono i migliori cocktails di Buenos Aires. Non che abbia molta possibilità o esperienza di paragone, ma posso confermare la bontà di quelli assaggiati. 
La ricerca di un prodotto ottimo è lo spirito e l'approcio, la filosofia insomma, che c'è alla base del sapiente lavoro di preparazione degli Tragos.
Dalla sapiente ricerca del fondatore di questo locale sono rinati (o resuscitati) cocktail argentini degli anni '30. Cose che si erano perse in nome di miscugli più moderni e più pubblicizzati. Ovviamente i classici (ottimamente preparati) ci sono, solo che, assaggiare un Horse's Neck (Bourbon, Angostura bitters, Ginger ale, Peel de limón)Tampico  (Campari, Cointreau, Jugo de limón, Tónica, Rodaja de naranja) hanno il suo perché... Per poi arrivare ad assaggiare davvero cose spettacolari, dal gusto per niente invadente e dai sapori perfettamente equilibrati.
Insomma, da ritornarci!!



domenica 24 luglio 2011

Paparazzi

Desidero che arrivino e amo le domeniche come non mai... Ore per dormire fino a che il mio corpo dice basta, fino a che si sarà ricaricato e avrà eliminato tutta la bella stanchezza che si accumula in una settimana. La domenica, il giorno della tranquillità, del risveglio senza sveglia e con nulla di fisso da fare. Oggi però niente da fare, il mio sonno è stato interrotto da trombette, inni, tamburi e applausi... Giù nella mia calle un capannello di gente davanti all'entrata del Melià Hotel e, parcheggiato in attesa, un pullman con la scritta "Paraguay". La nazionale del Paraguay alloggia a 50 mt da casa mia, oggi c'è la finale e c'è fermento nell'aria... Io alla finestra, mate nella mano, aria tiepida e odore di bella stagione a guardare i tifosi, giornalisti, macchine della TV, tutti nell'attesa di veder salire i giocatori nel pullman che li condurrà alla finale.


venerdì 15 luglio 2011

L'amore per il calcio

La sfegatata fede-amore-passione calcistica degli argentini è cosa risaputa. Quasi una componente cromosomica. In un pezzo della stringa del DNA di un argentino sicuramente apparirà la faccia di Messi o di Palermo o dell'idolo Maradona... Ma l'amore non è solo per i grandi simboli del calcio argentino, ovvio... 
L'amore vero si manifesta con assoluta chiarezza con la squadra del cuore, cosa che per nulla al mondo si abbandonerà... per la quale si soffrirà, si condividerà, ci si emozionerà... insomma, quando è amore, è amore!!
Un esempio ve lo da il signor Pasman, prendo in prestito le parole di Tanoka (da qui http://www.largentina.org/2011/07/11/il-tano-pasman-uno-di-noi/per spiegarvi in breve la situazione:
 " Il Tano Pasman è un tifoso del River Plate e i suoi figli hanno deciso di filmarlo mentre  guardava la partita di andata nello spareggio playout  (perso) contro il Belgrano. Rispondo subito ai due quesiti che sorgono spontanei: no, non esiste il video della tragica partita di ritorno e sì, è ancora vivo.
E adesso, buona visione... Per chi non parlasse castellano, consiglio solo un po' di immaginazione (e in caso di numerose richieste provvederò alle traduzioni - privatamente, ovvio ;) )


E per chi volesse giocare un po' (consiglio vivamente):
http://www.martingallardo.com.ar/pasman/

mercoledì 13 luglio 2011

Malatissima

La febbriciattola della settimana scorsa, che dopo poco se n'era andata è tornata lunedì con ancora più forza. Con così tanta forza che io, refrattaria ad andare dal medico e ad assumere medicine, sono dovuta andare alla guardia dell'ospedale e ho iniziato a prendere antibiotici. Una febbre di 39.4° non si può ignorare. Eccomi quindi ad affrontare la prima malattia argentina.
L'esperienza dell'ospedale di clinica è qualcosa di molto, ma molto forte. La salute è un diritto imprescindibile, qui, quindi in qualunque caso ti curano. Sia che tu abbia o no il DNI, che sia bianco, nero o verde, che tu abbia soldi o meno. Questa ultima caratteristica, se hai o no denaro, solo ti permette l'accesso ad una classe migliore di clinica. Ovvio. In questo aspetto tutto il mondo è paese.
I corridoi ampi, poco illuminati... il classico color beige, con addosso un velo uniforme di polvere. Polvere di Baires. Tanta e costante. Lo notavo quando pulivo i tavoli al BudaBar, solo una notte e già erano pieni di polvere, scura, nera, sporca. Ma questa non è una caratteristica solo di Baires ma di tutte le grandi metropoli.
Camminando per i corridoi arrivi ad una sala d'aspetto nel settore urgenze, sei panche di legno fissate al suolo, come un vagone dei trenini, solo che guardi sempre avanti, o come una chiesa dove cantano gospel. Panche di legno e attesa. Lunga attesa. Siccome non ero grave (e per fortuna) ho dovuto aspettare quattro ore. Ringrazio la pazienza di Alida che è rimasta con me fino alla fine. Quattro ore lunghe, quattro ore per osservare le barelle con la gommapiuma che fuoriesce e che mi spieghino loro che fanno a "disinfettare" la gommapiuma. Ascensori con assi di legno a bloccarne l'accesso. Finestre aperte in concomitanza di aperture sul soffitto, con l'obiettivo di aerare qualcosa, chissà cosa non funziona più che serviva a ciò?
Quando mi chiamano, ci dirigiamo nella parte di attenzione. 
Vediamo cose fuori da qualsiasi condizione ospedaliera a cui siamo abituati. In questo momento ti rendi conto che non è più primo mondo. 
Tende divisorie con macchie che è meglio non sapere di cosa fossero... letti con lenzuola sporche di sangue, lasciati lì in bella vista...
Nel centro della sala un bancone di acciaio, simile a quello di un bar, con varie cose sopra... tamponi, garze, pinze... Il tutto sembrava il bancone di una carrozzeria, e poi gente in camice, tanta troppa gente e fogli e confusione. Mah, ancora mi chiedo come ci si ritrovino in tutto quel casino. Il massimo è stato il dottore che per illuminarmi la gola ha usato la luce del cellulare.
Fatta la visita e ordinati gli antibiotici inizia la seconda odissea: trovare un farmacista in grado di leggere la ricetta. Mica una cosa facile, para nada... solo al terzo tentativo (e grazie a Carlo che mi ha aiutata) siamo riusciti a recuperare gli antibiotici giusti.

venerdì 8 luglio 2011

Ya está...

Il 26 giugno "annunciavo" l'inizio dell'inverno... oggi azzardo a dire che da ieri l'inverno ha già finito il suo ciclo. Un profumo primaverile si è diffuso nell'aria, indossare la sciarpa molesta e al pomeriggio si può girare senza giacca. Aspetto con gioiosa ansia lo sbocciare dei germogli e l'allungarsi delle giornate.
Il mio umore è raggiante. Sono felice. Ma la cosa più importante: sono serena.
I dubbi che a volte vengono a visitarmi sono solo dubbi o domande, ma nessuno di essi ha la forza per destabilizzarmi.
Anche oggi sono salita sola alla torre del Galicia, mi sono così potuta godere la bellezza di Baires dall'alto, baciata dal sole. Sono tornata in ufficio sorridente. Fischiettando.

mercoledì 6 luglio 2011

Parole su Baires #7

Sono ammalata ergo ho tempo. Ho tempo per scrivere lunghe mail agli amici. Ho tempo per pensare, riflettere...
Ho tempo e silenzio. 
La mia mente ovattata dalla febbre non fa pensieri totalizzanti, solo guarda ciò che è presente accanto a me. In questi giorni, in questi mesi, in questa vita ora. L'ho già scritto, ma mi piace dirlo di nuovo. La lontananza screma le persone, toglie tutto quel più dovuto solo alla quotidianità, dove per forza ci si conosce perché si abitano gli stessi tempi, posti, situazioni. Poi scopri che invece hai persone vicine che non pensavi ci fossero... Per questo ringrazio chi, passando di qua, e non solo, mi lascia un commento o un saluto. Adoro trovare i vostri commenti quando giornalmente apro il blog.
Oggi dal mio letto guardavo fuori dalla finestra. I palazzi e il cielo terso tra di loro. La luce di un sole giorno dopo giorno più coraggioso. Buenos Aires è stupenda. Come sempre del resto, nemmeno la pioggia l'imbruttisce... Buenos Aires è una signora, Parigi una puttana d'alto borgo, Venezia --venezia si sa cos'è-- un sogno. Però Baires e sempre elegante anche quando ha il trucco malmesso, anche quando si sveglia con la faccia gonfia di sonno e di resacca. Sì, è bella dentro, affascinante di suo, senza imbellettamenti. Buenos Aires è genuina...
Vorrei poterla regalare, trasmettere, condividere con le persone che amo. Poter dar loro un po' di questo luogo.
...
Son già un paio di volte che andiamo qua, in questo posto nato per la diffusione della cultura emergente: El Emergente Bar, officina di musica, per chi ha voglia di suonare, sperimentare... Le serate decisamente piacevoli, la musica non sempre... essendo luogo di sperimentazioni trovi musici più o meno dotati... Prossimamente vorrei andare qua, al centro culturale Konex dove la Bomba de Tiempo, tutti mi dicono, vale la pena vederla, con i loro ritmi e le loro percussioni avvolgenti... 
...emigrare...
...vita da emigrante...
Tutta un'altra cosa emigrare oggigiorno, internet, skype, FB... tutti sono, praticamente, dietro l'angolo. Però poi, nella realtà, non è così... Dietro l'angolo non c'è nessuno.
(solo Alida qualche piano più su... jajajajaja)

Possibili trasferte

La saracinesca si abbassa, la sua maglia di ferro si stende a cortina della vetrina...
Lui avvolge la catena tra la saracinesca e la porticina che si apre nel mezzo. Tutte le saracinesche di Buenos Aires hanno una porticina (fatta di saracinesca) da chiudere poi, quando si chiude davvero tutto. Spesso hanno una catena aggiuntiva di sicurezza. Pure questa ha la catena. E lui la avvolge, fa quattro giri e mette il lucchetto. Qua, la novità. Cosa a cui non avevo mai pensato... con il lucchetto aggancia i quattro giri di catena. Magicamente si hanno quattro catene a chiudere la porticina. Non basta più tagliare la catena, ma bisogna tagliarla almeno quattro volte per poterla aprire... sì, si può tagliare il lucchetto, ma quello è sempre più  resistente. Mi piace chiudere le catene così. Ho imparato qualcosa.
...
Intanto il discorso documenti italiani prosegue... A seconda di cosa mi diranno in consolato per il titolo di studio saprò anche se sarà imminente o meno, necessario o meno un ritorno.
L'ipotesi di un salto in Italia i primi di agosto, come avevo già parzialmente comunicato, spero si concretizzi... anche se vedo tempi stretti, serrati.  Però una bella botta di caldo non mi farebbe schifo... e così gli amici che mi dicono che si son presi apposta le ferie sapendo del mio passaggio (anche se non è vero, Sam sei un mentiroso) saranno accontentati e non avranno "sprecato" le ferie. Ma è tutto così in alto mare. Anzi, in alto oceano...
Solo che devo decidermi se davvero voglio tornare, il tempo vola e vorrei essere nuovamente presente qua, allo sbocciare della primavera argentina. Poi già dal 20 agosto arriverà un amico a trovarmi, verrebbe in ogni caso, non specificatamente per me, è di passaggio, ma mi piacerebbe esserci. L'ultima volta che ci siamo visti credo fosse a Parigi.
Sì, adesso sto cominciando a desiderare un breve rientro, un mordi e fuggi di due settimane. Ma saranno settimane dense. Vorrei salutare bene la gente che non ho salutato la prima volta, pensando che mi sarei assentata per poco tempo.
Vorrei chiudere cose in sospeso. Vorrei passare un po' di tempo con la mia famiglia, con amici... già mi è pesato moltissimo non essere stata presente durante gli esami di maturità di mia sorella. Chi mi conosce sa quanto ci tenevo e quanto ci tenga ad esserci in momenti così importanti, e quanto mi costi la lontananza dalle persone che amo.
Per questo la settimana passata ho cercato di trovare un po' di tempo per chiacchierate via skype, a volte ci vogliono. 
Poi in questi giorni non sto molto bene, mal di gola e due linee di febbre. In questa condizione la voglia di vicinanza è maggiore, nonostante abbia al mio fianco persone che mi stanno vicino y que me quieren...
Come dice Alida: ...a volte il divertimento diventa peggio di un lavoro... e a volte il fisico dice basta, un po' di riposo ci vuole. Questa sera non uscirò, non si può uscire tutte le sere,  anche se ci sarebbe la partita di Coppa America nel maxi schermo dietro casa mia... 
...tentazione...
... 
E adesso la cosa simpatica, che ha (quasi) dell'incredibile:
l'incontro in una città di quattordici milioni di persone di due giovani "Rivettari".
Per chi legge e non sa: Rivettari sono i frequentatori di un'osteria veneziana. Luogo dove quasi tutto accade, luogo di tempi importanti. Di persone splendide, quasi sempre. La maggior parte dei miei amici sono Rivettari, molti altri li ho portati lì a bere un rosso e a mangiare un mezzo uovo. Per l'appunto, nella mia prospettiva di passaggio italiano vorrei riuscire ad esserci per la chiusura estiva...
Insomma, questo per dire che incontrarne due (della new generation) qua a Baires mi ha fatto davvero strano e mi ha fatto sorridere, quanto è davvero piccolo il mondo!!
Perché non solo conoscono un posto conosciuto, ma conoscono IL posto conosciuto...

domenica 3 luglio 2011

Tres meses más

La gita a Colonia è stata un successo. Nonostante la stanchezza --la cosa di cui mi lamento di più in questo periodo-- e un labbro ancora dolorante, questa uscita dalla metropoli ci voleva. Il tempo è stato più che clemente, tanto da permetterci un pranzetto delizioso sedute fuori a goderci il sole e la luce.
L'uscita di alcune ore da Baires mi ha fatto realizzare quanto rumore, velocità, frenesia (anche se in termini sudamericani) ci sia in Capital Federal, elementi sempre presenti che però, abituandosene, non si avvertono più. Però ci sono e ti entrano dentro e ne fai, inevitabilmente, parte. Invece oggi il silenzio di Colonia ci avvolgeva e quiete e lentezza e tranquillità ci facevano compagnia. Un giorno così ha fatto bene!!
Lavori pericolsi...

Ali





E questa la colonna sonora di questi giorni:
http://www.youtube.com/watch?v=-Smge23DCE8&feature=share
...

Qu'est-ce que c'est
fa fa fa fa fa fa fa fa fa far better
Run run run run run run run away
Psycho Killer
Qu'est-ce que c'est
fa fa fa fa fa fa fa fa fa far better
Run run run run run run run awayyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyy
oh oh oh oh oh oh oh oh....

venerdì 1 luglio 2011

El día del Arquitecto

Oggi in Argentina è il giorno dell'architetto... come c'è il giorno della mamma, del papà, dell'amico, c'è pure la mia festa... :)
Un altro grazie a questo paese... la mia prima festa dell'architettA.